Confindustria Moda, ripresa rinviata al secondo semestre

I ricavi dello scorso anno si attestano a 72,5 miliardi di euro, con un calo del 26% rispetto al 2019. Per il 2021 è prevista un’ulteriore contrazione nei primi due trimestri, rispettivamente del 18,4% e del 10% su base tendenziale

Il presidente Cirillo Marcolin (nella foto), insieme al condirettore di Confindustria Moda, Gianfranco Di Natale, ha presentato i risultati di un’indagine sul comparto, in occasione di una conferenza stampa online che ha anche tracciato alcune previsioni per il 2021. «Dai dati dell’analisi presentata dal Centro Studi di Confindustria Moda, che considera un campione di oltre trecento aziende su tutto il territorio italiano, emerge che nel quarto trimestre dell’anno scorso la contrazione media delle realtà del settore è nell’ordine del -20%: pur se meno intensa rispetto alle precedenti rilevazioni, tale contrazione risulta ancora marcata, con un numero rilevante di aziende, soprattutto piccole e medie, in forte sofferenza - si legge in una nota della federazione che riunisce le associazioni italiane di tessile, moda e accessorio, eyewear compreso - Nonostante il settore sia indubbiamente uno dei più colpiti dalla crisi legata alla pandemia, il saldo commerciale del fashion si attesta a 17,4 miliardi di euro, confermandolo come il primo contributore alla bilancia commerciale del paese fra le tre F, Fashion, Food, Forniture, che hanno reso il made in Italy un’eccellenza in tutto il mondo».

Nei primi mesi di quest'anno si stima un trend simile a quello dell'ultimo trimestre, ma con una costante attenuazione della flessione. «Il vero e proprio recupero è previsto a partire dal terzo trimestre del 2021 con una decisa accelerazione nel quarto, ovviamente nell’ipotesi di avanzata diffusione del piano vaccinale, con un progressivo ritorno a livelli di attività pre Covid nel corso del 2022», spiega il comunicato.

«Per il comparto moda il 2020 è stato un anno drammatico, con pesanti perdite che hanno colpito trasversalmente tutti i settori. Nonostante ciò le imprese hanno saputo dimostrare un forte dinamismo, che ci ha permesso comunque di mantenere un ruolo di primissimo piano nel commercio internazionale - ha detto Marcolin - Per quanto riguarda il 2021, pur in uno scenario in lento miglioramento, restiamo preoccupati, con una ripresa che non sarà visibile prima della seconda parte dell’anno. Dobbiamo perciò essere in grado di tutelare e arricchire il know how del paese nel settore, potenziando la filiera e proteggendo l’occupabilità dei lavoratori. Solo così torneremo più forti di prima».

Sul fronte e-commerce e digitale e sulle possibilità offerte da tali ambiti in questo difficile periodo, secondo il numero uno di Confindustria Moda «nelle grandi aziende strutturate le vendite online erano già una realtà che ha in qualche modo sostituito la vendita fisica durante il lockdown - ha precisato Marcolin - Ora sono necessarie più soluzioni associative e una nuova spinta dal governo Draghi per coinvolgere anche le piccole realtà della moda».

(red.)

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