Caso Avastin-Lucentis: il Consiglio di Stato respinge i ricorsi di Novartis e Roche

Si conclude così la vicenda che nel 2014 aveva visto l’Antitrust multare i due gruppi farmaceutici per 92 milioni di euro ciascuno e cinque anni più tardi lo stesso Consiglio di Stato confermare la sanzione

Con la sentenza dell’8 maggio scorso il Consiglio di Stato ha dichiarato l’inammissibilità dei ricorsi presentati, per revocazione, da Roche e Novartis, con l’obiettivo di annullare la multa del 2014, motivata dall’aver stretto un accordo finalizzato a far scegliere dal Servizio sanitario nazionale il più costoso dei due farmaci contro la maculopatia, Lucentis di Novartis, rispetto ad Avastin di Roche, efficace per la stessa patologia e meno costoso.

Matteo Piovella, rivendicando la battaglia portata avanti come presidente della Società Oftalmologica Italiana, sottolinea in un video «l’importanza straordinaria di questa notizia, che ha certificato e certificherà per i prossimi decenni la significatività e la referenzialità della Soi per l’oftalmologia: dopo nove anni e nove processi, di cui tre alla Corte europea, abbiamo sbaragliato il campo e fatto emergere la verità, con una sentenza definitiva, che non può essere più cambiata».

Come riporta Quotidiano Sanità, Novartis «prende atto con rammarico della decisione del Consiglio di Stato di rigetto del ricorso per revocazione della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha definitivamente confermato la sanzione comminata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per presunte condotte anticoncorrenziali in relazione ai trattamenti per degenerazione neovascolare maculare legata all’età». Sin dall’inizio l’azienda «ha respinto con forza le accuse avanzate dall’Autorità e ritiene di aver agito con correttezza e nel pieno rispetto delle leggi anticoncorrenza, sempre nell’interesse dei pazienti».

A sua volta Roche, prendendo atto della decisione del Consiglio di Stato, ricorda che l’inammissibilità stabilita dallo stesso Consiglio di Stato «è essenzialmente legata a motivazioni procedurali che impediscono di valutare la revoca e/o la revisione delle decisioni ipoteticamente in violazione del diritto europeo», si legge sempre su Quotidiano Sanità.

A.M.

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