Anfao esce da Confindustria Moda

La decisione «è stata presa in un’ottica costruttiva e collaborativa con le altre realtà ancora parte della federazione, tutte del comparto pelle», spiegano dall’associazione, che resta comunque disponibile a valutare eventuali progettualità condivise

Dopo l’uscita di Sistema Moda Italia a inizio gennaio, anche Anfao, oggi guidata da Lorraine Berton (nella foto), lascia Confindustria Moda, che risulta ora composta da Assocalzaturifici, Assopellettieri, Associazione Italiana Pellicceria e Unione Conciaria. L’Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici, «già dai tempi di Fiamp, Federazione Italiana Accessorio Moda-Persona, è stata promotrice attiva del percorso unitario che ha portato alla costituzione di Confindustria Moda e ne è stata una dei soci fondatori - si legge in una nota di Anfao - L’associazione ha, infatti, sempre creduto nel progetto di costituzione di un soggetto unico e di sintesi per la rappresentanza delle diverse anime del settore della moda. Questo per poter offrire insieme un ventaglio di servizi superiore a tutti gli associati e poter incidere maggiormente a livello politico sulle tematiche trasversali di particolare interesse come il made in Italy, la formazione o la sostenibilità, solo per citarne alcune».

Oggi però, dopo la decisione di alcuni comparti di non proseguire in questo percorso comune (oltre a Sistema Moda Italia anche Federorafi, ndr), «anche il settore dell’occhialeria ha dovuto prendere atto dell’impossibilità di dar corso all’obiettivo originario: per questo motivo, non senza dispiacere, Anfao non farà più parte di Confindustria Moda - spiega il comunicato - La decisione è stata presa in un’ottica costruttiva e collaborativa con le associazioni, tutte del comparto pelle, ancora parte della Federazione, al fine di consentire loro di ridisegnare i servizi e i programmi in modo più focalizzato al prodotto rappresentato. Anfao resterà comunque disponibile a valutare eventuali progettualità condivise, se di reciproco interesse, e augura al “nuovo soggetto” di cogliere le tante opportunità che possono derivare dall’omogeneità di interessi all’interno della filiera della pelle».   

(red.)

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