Cinquanta candeline per il Congresso Adoo: in occasione del suo mezzo secolo, l’evento dell’Albo degli ottici optometristi ha scelto di dedicare l’aggiornamento alle basi della professione, con una parte teorica e sessioni pratiche. «Il tutto cercando di soddisfare le esigenze di quei colleghi che hanno bisogno di crescere dal punto di vista formativo non solo con relazioni di approfondimento, ma anche attraverso una sorta di ripasso generale», spiega a b2eyes TODAY Andrea Afragoli.
Il presidente di Federottica, cui Adoo fa capo, ha affrontato in apertura di Congresso anche una parte più politica, per rendere partecipi gli iscritti all’organismo di alcune questioni, maturate nel recente periodo. «Una settimana prima del Congresso abbiamo ricevuto una Pec da parte della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici, inviata per conoscenza anche al ministero della Salute - rivela Afragoli - Nell’email viene contestato l’uso del termine Albo per Adoo: ricordo che l’Albo degli ottici optometristi nasce circa cinquant’anni fa, in un momento storico in cui la nostra categoria non era assolutamente regolamentata e l’uso di tale termine non era problematico. Oggi ha tuttavia assunto una valenza formale e noi stessi ci eravamo già confrontati internamente sul fatto che andasse modificata la nostra denominazione. A questo invito a cambiarla, abbiamo risposto alla email della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici spiegando le ritrosie legate alla storicità del nome stesso di Adoo».
Ma nella stessa email c’è di più. «Sostanzialmente la presidente della Federazione, Nausicaa Orlandi, attribuisce al fisico junior, in possesso della laurea L30, tutto ciò che attiene alla progettazione, realizzazione e gestione dei rischi di quei dispositivi ottici che servono alla compensazione dei difetti refrattivi. Ricordo che questa è da un secolo attività esclusiva dell’ottico: la progettazione del dispositivo non può essere di competenza di un fisico, ma soltanto dell’ottico come da Regio Decreto del 1928, tant’è che a oggi il ministero della Salute non ha ancora riconosciuto e definito l’area di competenze dell’optometrista».
Dopo la prima risposta già inviata alla Federazione, Afragoli ritiene opportuno agire ancora più concretamente. «Nell’immediato bisognerà attendere una ulteriore replica da parte di Orlandi - spiega il presidente di Federottica - Successivamente sarà necessario confrontarsi sia con il ministero della Salute sia con la stessa Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici per fare chiarezza sulla questione» (nella foto, Afragoli durante l’intervento di apertura al Congresso Adoo 2025 di Milano Marittima).
Francesca Tirozzi