«Le date non hanno comunque alcuna influenza: chi è interessato a venire a Mido, vi partecipa in qualunque giorno della settimana – ha detto Igino Franceschetti, titolare di Ottica Franceschetto, Venezia - La stessa cosa si può dire per l'assenza dei big delle lenti oftalmiche: sono andato sia da Essilor sia da Hoya, nonostante fossero fuori fiera, perché ero desideroso di conoscere le loro novità prodotto». Marco Efrati, proprietario di Ottica Efrati, Roma, era addirittura entusiasta per il temporaneo cambiamento di date. «È stata un'ottima idea partire di domenica - ha commentato l’ottico capitolino - soprattutto per gestire lo spostamento e organizzare la gestione del nostro centro ottico».
Di diversa idea il canadese Daniel Laoun che ogni anno, direttamente da Montréal, partecipa a Mido. «Inaugurare la fiera di domenica è un problema, almeno per noi ottici canadesi - ha spiegato Laoun - Noi siamo aperti nei festivi e quindi dobbiamo organizzarci per poter partecipare alla fiera, cui non si può naturalmente mancare: è il salone dell’occhiale più grande nel mondo, il momento ideale per scoprire tutte le nuove collezioni». Critico anche Stefan Kastner di Ottica Visus. «Già negli ultimi anni Mido aveva assunto un’immagine soprattutto di mera rappresentanza e di sole relazioni con il pubblico, che quest’anno si è ulteriormente accentuata – ha sottolineato il titolare del centro ottico bresciano – Negli stand dei grandi gruppi di montature si son visti ben pochi occhiali e il fatto che mancassero alcuni dei maggiori produttori di lenti oftalmiche non è un segnale positivo: la strumentazione per il mio punto vendita l’acquisto alla fiera di Monaco, gli occhiali dai rappresentanti che vengono in negozio, per cui non credo che l’anno prossimo avrò la necessità di tornare a Mido» (nella foto uno scorcio di Mido 2012).
A.M. e F.T.