XVI Retina International World Congress, tutto sulle nuove terapie

In due giorni si sono alternati nelle varie sale del Palazzo dei congressi di Stresa oltre quaranta relatori, provenienti da laboratori di ricerca di tutto il mondo, che hanno condiviso con altri medici e ricercatori e con i pazienti e le loro famiglie i risultati delle più recenti ricerche nel campo della prevenzione, della diagnosi e della terapia di queste patologie. Fra le degenerazioni retiniche vi sono malattie ereditarie rare, come la retinite pigmentosa, la sindrome di Usher, la amaurosi congenita di Leber, causate da alterazioni in centinaia di geni diversi, ma anche la degenerazione maculare senile. Anche per questa condizione, tuttavia, sono state identificate delle caratteristiche genetiche che, associate a particolari stili di vita, fumo e obesità, ne favoriscono l'insorgenza.
Dal convegno è emerso che sono ormai numerose le strategie terapeutiche in corso di sperimentazione per queste patologie un tempo definite incurabili. La più citata è stata la terapia genica, cioè l'inserimento del gene funzionate nel tessuto che ne è privo. Questo tipo di terapia ha dato al momento ottimi risultati e senza causare effetti negativi. Un altro tipo di terapia riguarda l'utilizzo di cellule geneticamente modificate che inserite in una microcapsula appesa nel vitreo, rilasciano una sostanza che favorisce la sopravvivenza dei fotorecettori. La notizia più innovativa è stata data da Roska che ha dimostrato come, al momento solo nel topo, l'inserimento in residui di fotorecettori che sembravano degenerati, di proteine reagenti alla luce chiamate canalo- rodopsine e presenti normalmente nei batteri e nelle alghe, abbia consentito di rendere reattiva alla luce una retina non più funzionante.
(red.)

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