Salmoiraghi & Viganò: l’estero può aspettare

Centoventi nuovi negozi: sono quelli previsti dal piano triennale di Salmoiraghi & Viganò. «E saranno quasi tutti diretti – ha sottolineato Dino Tabacchi – Del resto in Italia si contano circa 10 mila punti vendita e il nostro gruppo ne detiene 450: quindi ci sono ulteriori margini di crescita». Sempre a Vespa, che gli ha chiesto se l’insegna punta a subentrare a negozi che chiudono o ad aprirne di nuovi, il presidente di Salmoiraghi & Viganò ha spiegato che, a parte una contrazione di qualche centinaia di unità nel periodo più duro della crisi economica, da una decina d’anni a questa parte il numero di centri ottici sul territorio nazionale è rimasto pressoché stabile. «Salmoiraghi & Viganò apre dove ci sono opportunità, nelle città o nei centri commerciali, anche se sono già presenti altre realtà dell’ottica: poi vinca il migliore», ha affermato Tabacchi.
La presentazione del volume è stata l’occasione per parlare di come le piccole imprese abbiano contribuito a rendere grande Milano e, più in generale, l’Italia. Al dibattito moderato da Vespa (nella foto, in piedi) sono intervenuti, oltre a Tabacchi, Roberto Maroni, presidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, vicepresidente della Regione, Carlo Bonomi, vicepresidente di Assolombarda, Luigi Roth, presidente della Federazione Lombarda Cavalieri del Lavoro, Brunello Cucinelli, numero uno dell’omonima azienda di capi in cashmere, e Gianfranco Fabi, giornalista e autore del libro sull’insegna ottica.
A.M.

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