Safilo, la certezza di imparare un mestiere

Parte da qui l’interessante tavola rotonda promossa da Safilo venerdì scorso per inaugurare la Scuola di Prodotto permanente: nata quest’anno dopo una selezione di duecento giovani promesse, ha portato alla scelta di nove ragazzi che hanno costituito un gruppo di lavoro interno con l’obiettivo di abbinare la teoria in aula al coaching con lo staff interno di esperti e l’esperienza faccia a faccia con gli ottici. L’obiettivo dichiarato da Delgado è sposare la tradizione Safilo di oltre 250 mila occhiali diversi in oltre cento anni di storia con l’innovazione che deve essere portata dai giovani, guidati dall’esperienza di chi sa fare gli occhiali.
Tra gli ospiti della tavola rotonda (nella foto) il team di Safilo preposto alla Scuola. Vladimiro Baldin annuncia che è il saper fare il principio della scuola e che il giovane designer dovrà acquisire competenze tecniche abbinate a soft skill relazionali. Leonardo Innocenzi ripropone il valore del made in Italy e Safilo come a un ritorno metaforico dell’”Italians do it better” riguardo l’occhiale. Infine Alessandra Albarello ricorda l’unicità della scuola nel panorama nazionale e come i giovani siano sostenuti da sette product director e abbiano già iniziato uno stage itinerante presso alcuni ottici della zona.
La parola passa poi agli ospiti. Giulio Sapelli ricorda il senso del lavoro fatto con le mani e del nuovo talento che nasce dalla conoscenza e dalla competenza auspicando il ritorno della figura del “maestro”, colui che sapeva fare e insegnare. Centrata anche la presenza del direttore creativo di Swatch, Carlo Giordanetti, che sottolinea la rivoluzione copernicana del loro orologio iniziata nel 1983 e nata proprio nel distretto dell’orologio svizzero e che il commitment dell’azienda resta ed è sempre lo stesso, chiunque possa comprare uno Swatch. Non poteva mancare, con Rodolfo Cetera, la visione locale dell’Associazione Industriali di Padova, che da anni opera all’interno delle scuole per creare un capitale umano più vicino alle esigenze del mercato. A chiusura l’intervento del presidente di Federottica, Andrea Afragoli, che più volte rimarca come l’occhiale non sia un prodotto banale, che insieme alle lenti diventa un dispositivo medico e che quindi la sua bellezza deve essere pari alla sua sostenibilità. Per questo motivo la figura dell’ottico è una cerniera per questi giovani della Scuola, il modo esclusivo per capire le reciproche necessità: dell’industria e del retail.
Saluto Erika, una dei nove studenti della Scuola. Ha 29 anni, una padovana che ha già viaggiato nel mondo e che dopo un dottorato di ricerca ha conosciuto su Linkedin l’opportunità della Scuola. Mi ricorda che a partire dal prossimo gennaio inizieranno di nuovo le selezioni per il secondo anno, che prenderà il via a settembre 2016. Serve un diploma, inglese ed excel, ma soprattutto tanta passione per il lavoro manuale.
N.D.L.
Formazione