Randazzo, a rischio 60 dipendenti

«Ristrutturazione aziendale è la motivazione con cui l’azienda ha comunicato la chiusura della sede e il suo trasferimento a Bologna presso la sede di Avanzi, con cui la Angelo Randazzo si fonderà entro giugno 2016 – si legge in un comunicato delle sezioni palermitane di Filcams-Cgil e Fisascat Cisl - Il trasferimento della sede amministrativa a Bologna mette a rischio il mantenimento di circa cinquanta livelli occupazionali a Palermo e oltre una decina a Milano». Secondo i segretari generali delle due organizzazioni sindacali territoriali, rispettivamente Monja Caiolo e Mimma Calabrò, la vendita dell’azienda, «ultima grande realtà palermitana diffusa su tutto il territorio italiano, è stata una grave perdita per la nostra città - commentano nella nota le due sindacaliste - La chiusura della sede amministrativa non vede solamente l’abbandono del territorio siciliano, ma pone il rischio concreto che tutti coloro che non potranno accettare o non riceveranno l’offerta di trasferimento a Bologna si ritroveranno disoccupati entro giugno. Negli incontri avuti con l’azienda abbiamo dimostrato la massima disponibilità a valutare ogni iniziativa possibile finalizzata a rendere meno traumatica questa riorganizzazione aziendale, ma la stessa disponibilità non è stata mostrata dalla società».
Nel frattempo sembra che sia emersa la volontà da parte di Avanzi Holding, che tra l’altro ha recentemente nominato come amministratore delegato proprio l’ex numero uno di Randazzo, Luca Sacilotto, di avviare un tavolo con la controparte, ma soltanto a partire da gennaio: proposta contestata dai sindacati, che nel frattempo avrebbero incassato anche la disponibilità dell’amministrazione comunale a un tavolo istituzionale. B2eyes.com ha chiesto in merito un commento ad Avanzi, ma il suo ufficio stampa ha risposto che al momento il management non intende rilasciare dichiarazioni al riguardo.
Facilitazioni per coloro che hanno dato la disponibilità al trasferimento, ma soprattutto ricollocazione e mobilità incentivata con il requisito della volontarietà per chi non può nemmeno sperare per la ricollocazione nei punti vendita: sono le richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali. «È necessario trovare soluzioni per chi, dopo anche oltre vent’anni di attività nella Angelo Randazzo, non è nelle condizioni di potersi trasferire – sottolineano nella nota Caiolo e Calabrò - E per assumere soluzioni concrete sono necessari i documenti che l’azienda non ha mai voluto portare al tavolo: piano industriale, andamento economico della rete vendita, pianta organica degli uffici di Palermo, Milano e Bologna, visto che convergeranno tutti su Bologna» (nella foto, l'insegna Optissimo, già di proprietà del Gruppo Randazzo, che ora fa capo ad Avanzi Holding).
A.M.

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