Quel che resta di Intercast

Intercast contava 59 addetti: su 13 che avrebbero potuto rimanere operativi, solo 4 hanno deciso di mantenere il proprio posto di lavoro. «Tutti gli altri hanno votato l’ipotesi di accordo, che dunque è diventato un accordo vero e proprio – ha detto a b2eyes.com Andrea Saccon, portavoce dei dipendenti dell’azienda di Parma – L’intesa prevede un incentivo all'esodo per tutti di 27 mila euro lordi, preavviso e cassa integrazione straordinaria fino a febbraio 2013 e, infine, mobilità». Nonostante sia stata mantenuta una forza lavoro, il futuro della società, che fa capo all’americana Ppg e che conta uno stabilimento in Thailandia, appare incerto. Tant’è che la rinuncia dei 9 lavoratori cui era stato offerto di restare dipenderebbe dalla gestione poco chiara che l’azienda ha mostrato fin dall’inizio della vertenza. È quanto emerge dalle fonti vicine ai lavoratori stessi e al sindacato, le uniche accessibili per l’intera durata della vicenda: la proprietà, da noi interpellata anche in questo scorcio finale tramite il suo ufficio stampa italiano, ha ulteriormente ribadito di non avere dichiarazioni da rilasciare.«Sicuramente Intercast non manterrà la sede attuale, troppo grande per l’attuale forza lavoro – ha aggiunto Vincenzo Vassetta, segretario provinciale Filctem Cgil – L’intenzione della società è, però, di coprire i 9 dipendenti che hanno preferito lasciare il posto di lavoro con la ricerca di altro personale» (nella foto i lavoratori di Intercast durante un presidio presso la sede dell'azienda) .
F.T.

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