Nella conferenza stampa organizzata per denunciare la grave situazione Matteo Piovella, insieme ad Alberto Pazzaglia, oftalmologo bolognese esperto di questa patologia, ha ricordato, inoltre, che la maculopatia non colpisce soltanto le persone anziane, ma può essere anche una conseguenza della miopia: in Italia sono a rischio oltre 1 milione di persone giovani e il 5% di loro potrà avere una perdita rapida da dieci decimi a meno di un decimo a causa della produzione di neovasi retinici. «È una situazione che, purtroppo, si evidenzia con una certa frequenza nei pazienti affetti da miopia elevata e su questi pazienti bisogna intervenire con assoluta prontezza, mediante una terapia che ha dimostrato un’indiscutibile, straordinaria efficacia, la terapia intravitreale – ha ricordato Piovella - Si tratta di utilizzare farmaci quali Avastin e Lucentis, ossia terapie innovative: la medicina basata sull’evidenza ha da tempo e con estrema e assoluta chiarezza certificato questa terapia come la più efficace nella cura delle maculopatie essudative, con l’incredibile risultato di un ripristino rapido della vista a volte dopo una sola iniezione. In sintesi, con una o due sole iniezioni intravitreali la maggior parte di questi giovani pazienti risolve la malattia».
Purtroppo, solo in Italia, l’oculista è obbligato a sottoporre questi pazienti alla terapia fotodinamica. «Questo perché la cosiddetta legge Di Bella non permette di utilizzare una terapia off label, quindi senza l’indicazione scritta nel foglietto illustrativo, in tutti i casi in cui vi sia una efficace terapia on label - ha aggiunto Piovella - Eppure sappiamo che l’off label non necessariamente è sinonimo di pericolosità: basti pensare alle indicazioni sui foglietti illustrativi relativi a colliri o altro, che sono sconsigliati ai bambini sotto i 12 anni, il che non significa che non vadano utilizzati del tutto».
Dov’è l’Aifa e cosa sta facendo? Perché non svolge la sua funzione di organismo regolatorio, impegnandosi a risolvere una situazione così paradossale e pericolosa? E il ministero della Salute? Sono le domande che pone la Società Oftalmologica Italiana, chiedendo a entrambe «un intervento immediato affinché si assumano le proprie responsabilità svolgendo le rispettive funzioni e ottemperando ai propri doveri a vantaggio del diritto alla salute da parte dei pazienti affetti da maculopatia miopica, oggi obbligati incredibilmente a sottostare a una terapia obsoleta, inadeguata e pericolosa», si legge in un documento ufficiale, approvato dalla Soi il 7 marzo scorso.