Il 2012 di Safilo in una… Polaroid

«Il 2012 è stato l’anno in cui abbiamo affermato con determinazione la centralità dei marchi Safilo nella nostra strategia di crescita futura anche attraverso l’acquisizione di Polaroid lo scorso aprile: nove mesi di gestione diretta in cui abbiamo riorganizzato la distribuzione del marchio nei mercati europei e abbiamo posto le basi dello sviluppo internazionale del brand partendo dal mercato in cui è nato 75 anni fa, gli Stati Uniti», ha commentato l’amministratore delegato, Roberto Vedovotto (nella foto), nel comunicato seguito all’esame del progetto di bilancio 2012, effettuato ieri dal Cda di Safilo.
Il dinamismo dell’ultimo trimestre ha portato anche a registrare un incremento della redditività, con l’Ebitda a 29,2 milioni di euro (+16,8% rispetto a ottobre-dicembre 2011) e l’utile netto a 5 milioni di euro contro 1,3 milioni di un anno prima: nei dodici mesi l’utile netto è stato di 25,9 milioni di euro, in calo del 7,2% rispetto al 2011. «Il profilo reddituale del Gruppo ha dato prova di grande solidità anche nel quarto trimestre dell’anno e ha permesso di archiviare il 2012 con un margine Ebitda prossimo al 10%, contribuendo alla riduzione del debito netto, passato da 238,3 a 215,3 milioni di euro, e a una leva finanziaria sotto 2x», si legge nel comunicato. Tuttavia anche negli ultimi tre mesi del 2012 l’Italia si è confermato un mercato fragile. «Nell’anno Safilo ha riorganizzato le proprie strutture industriali nella prospettiva di calo dei volumi produttivi derivante dal phase-out dei marchi Armani e ha agito anche attraverso la riduzione degli orari di lavoro del personale impiegato negli stabilimenti italiani, sulla base dei contratti di solidarietà siglati a luglio 2012 con i sindacati, in vigore fino ad agosto 2014», aggiunge la nota.
Vedovotto si dice soddisfatto dei risultati ottenuti in un anno complesso come il 2012, caratterizzato dal rallentamento dell’economia mondiale e dalla crisi dei consumi in Europa. «In questo contesto la nostra priorità strategica è stata quella di focalizzarci sulla crescita del fatturato, sulla redditività del nostro business e di preservare la solidità della struttura patrimoniale e finanziaria del Gruppo, pur in presenza degli effetti negativi derivanti dal phase-out delle licenze Armani – ricorda ancora l’ad di Safilo - La performance delle vendite organiche dei marchi in continuità, nell’anno in crescita intorno al 6%, ha dimostrato l’elevata competitività e diversificazione dei nostri brand in licenza e ha premiato la strategia di valorizzazione del portafoglio anche attraverso il rinnovo anticipato delle licenze per i marchi del Gruppo Hugo Boss e Max Mara».
(red.)

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