Crossman o i 21 punti? Procedure a confronto in un corso a Vinci

Con queste due tre giornate l’Irsoo vuole proporre un corso di aggiornamento «che intende “ragionare” proprio sull’essenza originale dell’optometria comportamentale, che ha iniziato il proprio cammino occupandosi principalmente di visione da vicino, di prevenzione dei problemi indotti dallo stress visivo, di riabilitazione e training – si legge in una nota dell’Istituto toscano - Nella sua lunga carriera, anche come clinico, Crossman ha ottimizzato un approccio alla valutazione della visione binoculare essenziale e di agevole operatività, con salde basi teoriche, mettendo finalmente a punto una procedura semplice, flessibile ed efficace». Nel corso di Vinci la procedura di Crossman sarà presentata da Anto Rossetti e confrontata con le procedure più legate all’analisi visiva dei 21 punti. Le lezioni verranno tenute anche da Paolo Sostegni e da Alessandro Fossetti, direttore dell’Irsoo. «Il nostro intento non è soltanto quello di presentare la procedura di Crossman, ma di confrontarla con altre tecniche utilizzate dagli optometristi italiani – spiega Fossetti - Un po’ quello che abbiamo fatto a fine ottobre con la presentazione del metodo MCH, tenuto da Salvatore Pintus (nella foto): anche per quel corso abbiamo confrontato la sequenza di Haase con altre procedure per la prescrizione prismatica. Il corso ha riscosso un grande successo tra i partecipanti, che hanno potuto vedere le diverse tecniche all’opera, utilizzare un’ampia gamma di strumenti e confrontare poi i risultati dal punto di vista funzionale, cioè facendo svolgere attività visive con le diverse prescrizioni riscontrate».
Il corso di Crossman vuole essere anche una spinta verso la “riconciliazione” tra scuole di pensiero contrapposte. «Il nostro Istituto non può certo essere presentato come un puro detrattore - afferma ancora Fossetti - ma certamente ha da sempre guardato con cautela all’analisi dei 21 punti, passando in anni recenti a un atteggiamento più aperto che permane ancor oggi, tanto che l’analisi visiva di origine comportamentale viene insegnata nel nostro percorso optometrico, all’interno di un corso che si occupa di optometria funzionale e training visivo».
(red.)

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