«Voglio ripensare all’applicazione di lenti a contatto come a un business, con concetti nuovi ma basato anche su nuovi canali di relazione con l’utente finale – rivela a b2eyes.com Marco Carminati (nella foto), titolare dell’omonimo centro ottico a Calusco d’Adda, località a una ventina di chilometri a ovest di Bergamo, fondato quasi sessant’anni fa dal padre Carlo e che oggi conta su cinque addetti – Uno di questi nuovi canali sarà sicuramente il digitale: oggi lo vediamo soltanto in termini di vendita, in realtà può essere utilizzato anche come veicolo di comunicazione e feed back tra applicatore e portatore».
L’esigenza di un progetto simile, entrato ormai nella fase decisiva, nasce da una serie di fattori contingenti. «La contattologia è una pietra miliare su cui costruire la nostra professione – sottolinea ancora Carminati, che riveste anche la carica di presidente nazionale di Optocoop Italia-Oxo – Oggi la lente a contatto monouso è erroneamente banalizzata. Questo aspetto, unito al fatto che le grandi aziende produttrici non sempre trasmettono ai centri ottici tutte le informazioni tecniche sui propri prodotti, rende più difficoltoso esercitare la contattologia ad alto livello». Una contattologia non soltanto professionale, comunque, ma anche con un elevato contenuto imprenditoriale. «Il mio obiettivo non è vendere il brand del prodotto, ma quello dell’Ottica Carminati, utilizzando tutti i tipi di lente che riteniamo ideali per il portatore e per la sua problematica visiva – ricorda ancora il professionista bergamasco – Va cambiato proprio il modo di porsi da parte del cliente, ma anche dell’applicatore: non quanto costa un pacchetto di lenti a contatto, ma quanto costa portare un paio di lenti insieme al professionista che mi segue. Solo in questo modo la contattologia potrà diventare il traino e non una specie di ruota di scorta del centro ottico, coinvolgendo così anche l’oftalmica e, naturalmente, gli oculisti, alla luce delle rispettive competenze professionali».
A.M.