Caradonna, un ottico storyteller italiano a Parigi

«Ciò che interessa agli organizzatori è lo storytelling di quanto accadrà nei quattro giorni della manifestazione, fatto direttamente da un ottico, che in questo caso è anche un blogger, perché può parlare alla categoria o almeno a quella parte di essa che è interessata - spiega a b2eyes.com Nico Caradonna (nella foto, durante Silmo 2015), che da poco ha messo online il suo rinnovato blog con il nome Otticodelweb - Il racconto avverrà con post veloci, testi brevi, immagini e video relativi a quello che starò vivendo, ovviamente da una prospettiva molto soggettiva, altrimenti non sarebbe uno storytelling. L’hashtag ufficiale sarà #mySilmo». In sostanza, il professionista pugliese trasmetterà quella che è la sua emozione partecipando a ogni fase e occasione che la fiera gli potrà regalare, da quando girerà tra gli stand guardando gli occhiali alla partecipazione agli eventi. «Sarò una voce emozionale dall’interno del settore, accanto ai canali più istituzionali – commenta Caradonna - Il che è molto stimolante perché rappresenta un nuovo di raccontare un evento come questo. Siamo abituati, noi ottici, a leggere di Silmo sui giornali attraverso articoli che ci informano su quali sono le aziende presenti, il numero di partecipanti, di espositori e visitatori e così via. Questo tipo di contenuto fa capire le dimensioni di un evento, ma il racconto di chi va lì e lo vive potrà creare livelli di empatia diversi».
Tutta la comunicazione avverrà in collegamento con Silmo, ma solo per quel che concerne le modalità. «Poi, per quanto riguarda i contenuti, non c’è un vincolo sul numero di post e sarò libero, potrò muovermi dove voglio: un’idea perfetta, perché così non mi sentirò mai condizionato - spiega l’ottico - Ovviamente ci saranno cose che mi piaceranno di più, di cui parlerò e altre che non attireranno la mia curiosità e non troveranno spazio: d’altro canto la personalizzazione di un’esperienza raccontata è proprio questa». A breve “l’ottico del web” inizierà, inoltre, a postare contenuti che comincino a catalizzare l’attenzione sulla fiera. «Sono certo che con questo tipo di comunicazione potranno avvicinarsi al concetto Silmo anche persone che magari lo vedono come un evento troppo dispersivo, cui non vale la pena partecipare in quanto è troppo complicato da girare tutto: cose che ho vissuto anche io quando non vi prendevo parte direttamente, perché da fuori la fiera sembra qualcosa di abnorme dove è difficile anche solo orientarsi», conclude Caradonna.
N.T.
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