Esprime il proprio parere non solo in veste di Angiolucci Occhiali, gruppo catanese che conta 14 punti vendita di proprietà, ma anche in quello di esperta nella formazione e nelle vendite di eyewear di lusso: Barbara Domenicali (nella foto, da sinistra) non è d’accordo con il servizio Affittasi Occhiali. «Lavoro nell’ottica da 25 anni e ne conosco bene le dinamiche. Questo tipo di campagne basate sul prezzo o sul tipo di pagamento, sottolineano la crisi di qualità degli ottici e di certo non fidelizzano il cliente. Penso sia sbagliato sdoganare l’idea che l’occhiale debba valere poco – spiega a b2eyes.com Domenicali - In questo settore ormai esistono molti imprenditori, ma pochi consulenti preparati. Considero errato contrastare la crisi di mercato abbassando la guardia invece di alzare la professionalità e la preparazione. L’alta qualità e una super consulenza fidelizzano il cliente, non il prezzo o il metodo di pagamento. Diverso se la campagna funge da ammortizzatore sociale, affinché categorie poco abbienti possano permettersi una soluzione economica. Ma per queste, oltre a essere presenti in ogni punto vendita prodotti economici, esistono da anni le finanziarie per mettere in condizione chiunque di affrontare con il minimo importo qualunque spesa. Credo, quindi, che l’affitto sia di una semplice e banale operazione di marketing, con lo scopo di far parlare di un mezzo di pagamento, distraendo il cliente dal soggetto principale che è e deve restare un occhiale di qualità. Queste formule adottate per altri beni sminuiscono il valore di un prodotto così importate per il benessere del cliente, denigrando il lavoro della filiera». In linea con Domenicali anche Stefano Mele (nella foto, al centro), presidente di Free Optik. «L’aggettivo più ricorrente che i soci di Free Optik hanno di questo servizio è “svilente” – afferma a b2eyes.com Mele, a capo della cooperativa, fondata nel 1992 e che oggi conta circa 200 centri ottici in Italia - Le risposte a catene low cost, scontisti e canali paralleli sono ben diverse dall’affitto degli occhiali: noi puntiamo alla professionalità». Mele non coglie, inoltre, in questo servizio alcun business. «È vero che, ad esempio, negli Stati Uniti lo propongono per tutto, ma siamo in Italia e non siamo predisposti mentalmente all’affitto di un bene – continua il presidente di Free Optik – Sull’occhiale da sole posso anche soprassedere, ma su quello da vista assolutamente no». Fuori dal coro Fabrizio Brogi (nella foto, a destra), presidente di Nau!, il brand di occhiali che oggi conta nel nostro paese circa 80 punti vendita. «Mi piacerebbe provare di persona il servizio per poterlo valutare – dice al nostro portale Brogi – L’idea di per sé è lodevole perché è un modo per avvicinare le persone agli occhiali e perciò merita di essere analizzata con attenzione: come Nau! abbiamo una strategia diversa, ma riserviamo comunque il massimo rispetto nei confronti di chi cerca formule alternative, da chi vende occhiali a mille euro e li vuole tutti e subito a chi con il servizio di affitto».
F.T.