«Cadore, da soli non si può più andare avanti»

«La strada per uscire da questa situazione di impasse è un cocktail di medicine: formazione, innovazione e soprattutto internazionalizzazione - ha detto il presidente della Camera di Commercio di Belluno, Paolo Doglioni - Noi dobbiamo capire che il mondo non si ferma alla provincia di Belluno e al Veneto, ma tutto il mondo dev’essere sollecitato dai nostri prodotti locali. Quando usciremo dalla crisi ci renderemo conto che avremo un’altra pelle, una pelle globalizzata». I dati più preoccupanti sono quelli registrati nei primi 9 mesi del 2009, come riporta il sito del Corriere Veneto. A soffrire maggiormente sono state le piccole imprese artigiane del comparto manifatturiero. Calo a doppia cifra per l’indice della produzione industriale e per gli altri principali indicatori, anche se dal secondo trimestre si è assistito a una frenata della caduta. Ancora più colpito il settore dell’artigianato. Nel settore dell’occhialeria, punta di diamante dell’industria bellunese, in un anno si sono perse 45 aziende passando da 485 a 440 unità. Per l’occhialeria artigiana il saldo è stato ancora più negativo: da 320 a 279 imprese attive.
«Non guardiamo ai numeri, ma al Pil totale – ha sottolineato Doglioni - Sarei contento che le aziende si accorpassero, perché il piccolo non premia più. Se noi abbiamo un calo è perché le imprese esportavano principalmente negli Stati Uniti: non appena l’America ripartirà, ripartiamo anche noi». Meno burocrazia e valorizzazione dell’etichetta d’origine sono tra le soluzioni proposte dal presidente della Cciaa bellunese. «Il made in Italy nel mondo è molto apprezzato - ha ricordato Doglioni - Noi dobbiamo sfruttare, come bellunesi, questa chiave e l’obiettivo del 2010 dev’essere il consolidamento a livello mondiale del brand “Dolomiti Patrimonio dell’Umanità”».
(red.)

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