Beppe Modenese, addio al “primo ministro” della moda italiana

È morto a Milano il 21 novembre, a quasi 93 anni, il presidente onorario della Camera della Moda: è stato uno dei grandi artefici dell’affermazione del nostro fashion system nel mondo

Metteva soggezione come un signore d’altri tempi, quando l’autorevolezza non era dovuta ad aspetti formali come l’abbigliamento o il darsi arie fino alla maleducazione. Beppe Modenese (nella foto, tratta da ansa.it) il potere l’aveva davvero, ma non lo ostentava. Al portamento elegante innato aggiungeva una disinvoltura e un modo di fare che denotavano sensibilità e intelligenza. Colpiva la capacità di parlare a una vasta platea d’imprenditori e giornalisti o a studenti in un’aula universitaria, come il commento ironico, ma sempre garbato, sussurrato a chi gli stava accanto a una sfilata. Modenese è stato una delle figure più importanti, se non uno dei principali artefici della moda italiana. Dall’organizzazione delle prima sfilate, da giovanissimo, nella Sala Bianca di Palazzo Vecchio a Firenze con Giovanni Battista Giorgini, alle trasmissioni televisive con Elda Lanza. Dalle pubbliche relazioni per Estée Lauder e per Coco Chanel nel 1960, al Modit diventato Milano Collezioni e poi Fashion week, alla presidenza della Camera della Moda Italiana e a quella onoraria dal 1993. A lui si deve il merito di aver dato internazionalità alla moda italiana. Non a caso Women’s Wear Daily, autorevole quotidiano di moda americano, l’aveva definito “Italy’s Prime Minister of Fashion”. Una definizione che gli era piaciuta, tanto che nel titolo del suo libro-autobiografia aveva affiancato alle sue iniziali, Minister of Elegance. Ma i suoi interessi non si limitavano alla moda per cui aveva un talento speciale, anche come talent scout (tra le sue scoperte il duo Dolce e Gabbana). Uomo di cultura, era appassionato di musica, alla Scala era di casa, e di arte. Era facile incontrarlo a una mostra a Venezia o alla Tate Gallery a Londra. Tra i suoi artisti preferiti Balthus, di cui era stato amico e dal quale aveva ricevuto in regalo il primo paio di calze rosse. Da allora le portava solo di quel colore. Unica nota eccentrica del suo raffinato guardaroba.

Luisa Espanet

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