Giorgio Sichel, la scomparsa di un pioniere degli occhiali

Giorgio Sichel (nella foto) era nato a Venezia nel 1927: figlio d’arte, il padre Silvio vendeva occhiali in tutta Italia e in molti paesi del Mediterraneo, tanto da avviarlo alla stessa attività, ma in piena autonomia. Così Giorgio, a vent’anni e con una piccola quantità di denaro concessagli dal genitore, comincia a girare il nostro paese e a distribuire pure lui montature.
Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’incontro che gli cambia la vita: quello con William Anger, che nel ventennio successivo sarebbe diventato il più grande e originale produttore di occhiali al mondo: fu l’inventore dell’Optyl, il famoso e innovativo materiale, colui che introdusse la prima licenza nel mercato dell’ottica, Dior, e l’ultima sua creazione prima di morire fu l’occhiale privo di fori e tensionature, il Lensbond , tutti affidati nel corso degli anni a Giorgio Sichel per la distribuzione in Italia.
Tra il giovane Sichel e l’imprenditore di Salisburgo è una sorta di colpo di fulmine professionale, che dura ben quarant’anni e va oltre i passaggi di proprietà dell’azienda e dei marchi lanciati da Anger. Dopo essere transitato da Roma e da Trieste, è a Padova che Giorgio Sichel, nel frattempo sposatosi con Ileana, che gli rimarrà accanto ben 66 anni, trova fissa dimora e consolida la propria attività imprenditoriale, tanto da fondare e guidare a lungo l’Unido, cioè l’associazione dei distributori italiani di montature, che nella città veneta trovano il proprio baricentro.
Il mercato si evolve e Sichel decide di seguirlo. Così nel 1991 apre la Sichel & Sichel, insieme ai figli Gianni e Silvio, società licenziataria e distributrice di marchi di moda o dello sport, come Fiorucci,  Pal Zileri o Spalding, per citarne un paio, che scelgono la sua esperienza e la sua abilità per entrare nel mondo dell’eyewear. Nel frattempo, a metà degli anni Novanta, Giorgio Sichel apre un’altra società, che prende il suo nome e successivamente diventa la Eyeconfort, lasciata ai figli e oggi diretta da Gianni: ubicata sempre a Padova, distribuisce il marchio Swissflex, un’altra idea che risale ad Anger. «Papà era così all’avanguardia che, prima di svolgere l’attività imprenditoriale, ideava opere artistiche che lo hanno portato a un passo da esporre alla Biennale di Venezia – racconta a b2eyes.com il figlio Gianni – La sua umanità, invece, gli ha premesso di avere nell’ottica non solo tanti colleghi, clienti o fornitori, ma soprattutto tanti amici veri».
A.M.
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