Medici: quel pince-nez anacronistico che Leonardo avrebbe voluto disegnare

La terza stagione della serie tv, attualmente in onda su Rai 1, trae spunto da fatti e persone realmente esistiti nel Quattrocento, ma con qualche necessaria licenza narrativa e alcune imprecisioni. Così, da sotto la tonaca di Bruno Bernardi, consigliere personale di Lorenzo il Magnifico, fa capolino l’occhiale in metallo, caratteristico del tardo XIX secolo

“Sono un uomo di pochissima importanza e vengo da un posto ancor meno importante”, così, schermendosi, Bruno Bernardi sorpreso dal Magnifico Lorenzo allo scrittoio racconta di sé. La serie televisiva anglo-italiana I Medici (nella foto, tratta da rai.it, la locandina), giunta alla terza stagione, descrive l’ascesa della più importante casata fiorentina del Rinascimento e le traversie e i tentativi di spodestamento delle famiglie rivali e non solo. L’ispirazione, realizzata dallo sceneggiatore e produttore cinematografico americano Frank Spotnitz, noto per la serie televisiva X-Files, è nei fatti e persone realmente accaduti ed esistite nell’arco di un secolo, il Quattrocento della rinascenza. Il protagonista della prima stagione è stato Cosimo de’ Medici, poi Lorenzo detto il Magnifico nella seconda, e ora la saga familiare nella terza.

La serie è di grande successo anche grazie ad alcune concessioni che ne corroborano l’appetibilità solleticando lo spettatore: forse non rendono giustizia alla storia, ma i tempi della divulgazione televisiva necessitano di licenze e libertà narrative. Al cultore di storia medievale non possono essere sfuggite le leggere imprecisioni come la morte di Giovanni de’ Bicci, padre di Cosimo il Vecchio, avvelenato nella vigna, morto invece di vecchiaia, o il ritorno di Leonardo da Vinci nel 1486, in realtà non avvenuto, per aprire una propria bottega a Firenze, alla vigilia della Guerra di Serrazzana (o Sarzana) nel marzo dell’anno successivo. Bruno Bernardi, consigliere e copista personale di Lorenzo ed originario proprio di Sarzana, cela sempre sotto la tonaca un occhiale in metallo pince-nez nella varietà Astig che gli conferisce quella serietà, affidabilità e considerazione che servono a Lorenzo, e allo spettatore allineato dalla sua parte, a renderlo credibile. Ma il Magnifico non sapeva che quella montatura franco-prussiana è caratteristica del tardo XIX secolo, a ponte o a molla flessibile stringinaso: avrebbe anche certamente compiaciuto l’edonismo di Leonardo saperla disegnare e di Lorenzo poterla vantare. Se Bernardi l’avesse avuta davvero non avrebbe cambiato il corso degli accadimenti della Signoria ma ha certo contribuito, in televisione, a idealizzare il suo personaggio.

Sergio Cappa

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