Broken Nature, anche gli occhiali “riparano” il legame con l’ambiente

Due rivoluzionari modelli fanno parte della mostra in corso alla Triennale di Milano fino al primo settembre

La sostenibilità, il rispetto per l’ambiente, l’attenzione alla natura non interessano solo l’industria e il singolo ma sono entrati a far parte della cultura, dell’arte, del design. Se ne parlerà al Miart, fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea a Milano dal 5 al 7 aprile e nei diversi eventi collegati. Ma è anche l’oggetto di Broken Nature, una mostra in Triennale dal 1° marzo al 1° settembre, con la quale Paola Antonelli, curatrice del dipartimento di Architettura e Design del MoMa di New York, vuole dimostrare come il design può diventare uno strumento per riparare i legami fra uomo e ambiente compromessi, e in certi casi addirittura distrutti, nel corso del tempo.
Da vedere quattro lavori commissionati a designer internazionali e un centinaio di progetti degli ultimi trent’anni, di design, architettura, arte “ricostituente” provenienti da tutto il mondo. Fra questi due riguardano l’eyewear. Il primo, dello studio olandese Buro Belen, già presentato nel Fuori Salone di Milano l’anno scorso, comprende una serie di accessori tra cui gli occhiali in un tessuto d’acciaio che assicurerebbe protezione dai raggi ultravioletti, e il cui smaltimento al tempo stesso non è inquinante. Gli altri occhiali sono stati creati dal team di Eyewriter di Los Angeles per Tempt1, un artista di graffiti malato di Sla per permettergli, con un software personalizzato collegato a un apparecchio laser, di disegnare le sue tag e proiettarle sui muri in tempo reale (nella foto).
Luisa Espanet

Design