Ddl Lorenzin senza ottici optometristi

«La delusione non ha nulla a che vedere con il riconoscimento attribuito a osteopati, chiropratici, psicologi e biologi, ma è legata alla constatazione che ci si ostini a non voler dar seguito alle richieste di una categoria che da anni vive nel limbo delle altrimenti abolite arti ausiliarie – commenta in una nota Andrea Afragoli, presidente di Federottica - Che si tratti di una ottusa sordità o di una cecità selettiva, tale incapacità di comprendere l’evoluzione di una categoria si scontra palesemente con un’opinione pubblica che da decenni apprezza il nostro operato, supportata dalle ormai numerose sentenze della suprema Corte di Cassazione, un organo dello Stato».
Come ricorda la stessa nota di Federottica, il percorso «che vorremmo portasse al riconoscimento del profilo professionale di ottico optometrista è nato - lo sappiamo tutti - decine di anni fa e non si è ancora concluso». E il Ddl Lorenzin è soltanto una delle tappe di questo percorso. «Abbiamo lavorato sodo, fissando incontri con politici e producendo materiale informativo per mantenere le nostre istanze sotto la luce dei riflettori e dare visibilità alle esigenze della nostra categoria – aggiunge Afragoli nel comunicato - La conquista più promettente è stata un’audizione presso la XII Commissione del Senato che ha prodotto due emendamenti al testo di legge (nella foto, da sinistra, Afragoli, la senatrice Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, e il senatore Vittorio Zizza, presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato, il 12 giugno 2015, giorno dell’incontro)».
Come precisa a b2eyes.com il presidente di Federottica «un emendamento istituiva la professione sanitaria e, a norma di legge, ne indicava anche il percorso formativo, ossia il conseguimento della laurea triennale in Ottica e Optometria – spiega Afragoli – Nel secondo, che noi chiamiamo emendamento breve, si faceva riferimento alla figura dell’ottico come arte ausiliaria, senza stravolgerne né l’impianto formativo né giuridico; in questo ambito, il soggetto, in possesso anche di laurea in Ottica e Optometria o, in alternativa, di abilitazione in Optometria, era autorizzato a svolgere pienamente la refrazione oculare, senza le restrizioni della legge del 1928».
F.T.

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