Velati: ottici optometristi di serie A e di serie B? No, ma ambienti malati sì

«Il servizio di ieri sera delle Iene ha finalmente fatto chiarezza rispetto alla generalizzata accusa a un’intera categoria, così come sembrava emergere da quello andato in onda nel novembre scorso – commenta a b2eyes.com Giulio Velati (nella foto con Matteo Viviani, la “iena” autrice di entrambe le inchieste) – Ora, dopo la puntata di ieri sera, i telespettatori sanno che non ci sono ottici optometristi di serie A o di serie B, ma che in generale esistono persone che svolgono questa attività in maniera seria e professionale: tale approccio in certi ambienti è facilitato, in altri molto meno». Siamo comunque sicuri che questo “meccanismo che funziona meglio per i negozi con tanti dipendenti”, come si dice nel servizio delle Iene, riguardi soltanto quelle realtà con più punti vendita sul territorio nazionale e non anche qualche ottico optometrista indipendente, magari indifferente a come si aumentano i ricavi? «Non nego che possa esserci qualche pecora nera anche nella nostra, come in tutte le categorie – afferma ancora Velati – Ma è cosa ben diversa da un metodo utilizzato in maniera scientifica e uniforme su scala nazionale, che soltanto strutture organizzate possono mettere in atto».
Velati ribadisce che Federottica è pronta a offrire consulenza legale gratuita a tutti quei professionisti che vogliono essere tutelati nella propria attività, trovandosi magari di fronte a situazioni come quelle emerse dal servizio della trasmissione di Italia1. Di questo passo, però, la categoria rischia un'ulteriore spaccatura. «Mi sembra inevitabile: chi si riconosce nel modo serio e professionale di fare l’ottico optometrista che proponiamo noi non può andare a braccetto con quanti sostengono pratiche pericolose per il settore e, soprattutto, per il benessere visivo del consumatore finale», sottolinea il presidente di Federottica.
A.M.

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