Ernst Scheidegger, quando l’occhiale è da ritratto

La montatura rappresenta uno dei dettagli di spicco sui volti di molti illustri artisti internazionali immortalati dal fotografo svizzero, le cui opere, realizzate fra il 1945 e il 1955, sono ora in esposizione al Masi di Lugano

Particolare e molto interessante la mostra omaggio per Ernst Scheidegger, nel centenario della nascita. Da vedere, fino al 24 luglio, al Museo d’Arte della Svizzera Italiana di Lugano. S’intitola “Faccia a faccia. Giacometti, Dalì, Mirò, Ernst, Chagall”. Attraverso i ritratti dei maggiori pittori e scultori racconta di un intero periodo di grande fervore artistico. Dalle avanguardie storiche ai surrealisti, dal modernismo svizzero agli astrattisti e i loro più famosi protagonisti. Non sono foto posate, ma gli artisti vengono immortalati quasi sempre al lavoro negli atélier. Vicino ai ritratti sono esposte alcune delle loro opere. Ecco Hans Arp nello studio vicino a Parigi, con grossi occhiali, intento a finire una scultura. Max Bill, che fu maestro di Scheidegger, è fotografato in una lezione alla Scuola di Arti Applicate di Zurigo, mentre spiega un dettaglio a una studentessa o mentre lavora a una scultura in filo metallico. Sempre con gli immancabili occhiali metallici. La montatura di Mirò invece è nera, mentre prepara una tavola xilografica. Le Corbusier è ritratto nel 1956 con i soliti spessi occhiali neri e la giacca-camicia a quadretti. Accanto un disegno del progetto della città utopica di Chandigarh. Man Ray con occhiali tartarugati e la sigaretta in mano è nella casa-studio di Parigi (nella foto principale, da sinistra, Mirò e Le Corbusier).

Ad Alberto Giacometti, che Scheidegger frequentò dagli anni di Parigi fino alla morte avvenuta in Svizzera, è dedicato uno spazio più grande e anche un filmato. Perché Scheidegger non era solo un fotografo, ma è stato photo editor, film maker, designer, grafico, ha fondato una galleria d’arte e curato svariate mostre. E anche nella fotografia non è stato solo un ritrattista, ma un grande fotoreporter. Ha collaborato con l’agenzia Magnum per numerosi servizi in giro per il mondo. Una prima parte della mostra è dedicata a scatti privati e inediti, realizzati durante i suoi viaggi giovanili tra il 1945 e il 1955. Dalla foto utilizzata per la locandina con la scuola di ballo di Parigi a quella dell’uomo con i palloncini, dalla mensa del carcere minorile di Arese, in provincia di Milano, fino ai bambini cecoslovacchi per le strade del 1948. Uno dei quali con occhiali da sole troppo grandi per lui, forse presi a un adulto (nella foto sopra).

Luisa Espanet

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