Angelo Deiana (a sinistra nella foto, insieme a Giorgio Righetti, direttore dell'Istituto Zaccagnini) è partito dalla nascita della regolamentazione delle attività professionali in Italia, che tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 lo Stato ha tenuto sotto il proprio controllo tramite gli ordini e i collegi. «Questa situazione andava bene allora, quando l’incidenza delle attività professionali era di qualche punto percentuale appena sul prodotto interno lordo nazionale; e così è stato, almeno sino alla metà degli anni ’80 del secolo scorso, quando iniziarono a moltiplicarsi le attività professionali e a svilupparsi la cosiddetta “economia della conoscenza” – ha ricordato ieri il numero uno del Colap, durante la tavola rotonda organizzata a Bologna all’interno del Congresso Zaccagnini – Con la nuova legge, entrata in vigore proprio ieri, si può ora passare dal sistema di autorizzazione dell’esercizio al modello di accreditamento, formale o addirittura informale, delle competenze, dopo un iter formativo oppure on the job».
Attestare la competenza, certificarla e creare un'associazione: sono i tre pilastri della nuova normativa sulle professioni non soggette a ordini, la quale arriva dopo una gestazione di oltre vent’anni, a livello nazionale e soprattutto comunitario. «La 4/2013 stabilisce che l’attestazione della competenza venga da un professionista dello stesso settore, per garantire la cosiddetta “simmetria informativa” tra fornitore di un servizio e utente finale – ha spiegato Deiana – Tuttavia, perché non si determini un fenomeno collusivo, impone anche la presenza di un ente certificatore terzo. Ma non basta: la “terza gamba” di questo sistema è la creazione di un’associazione, i cui compiti principali saranno la formazione o, almeno, la selezione a monte della formazione, la selezione di coloro che si vogliono iscrivere, la verifica della qualità in itinere attraverso l’attestazione e la certificazione appunto, nonché la promozione presso il pubblico finale delle attività e, infine, l’aggiornamento continuo della formazione».
Ne consegue che con questa normativa non esistono professioni predefinite e che si tratta di un sistema in evoluzione, con la possibile nascita di tutta una serie di nuovi soggetti in concorrenza tra loro. «Ma questo è normale, perché in linea con la variegata offerta del mercato – ha detto Deiana – È un po’ quanto già avviene nella medicina, ad esempio, dove c’è il medico di base, lo specialista e il chirurgo superspecializzato: ognuno di loro risponde a esigenze diverse, con funzioni e un’offerta ben chiare all’utente finale». Attenzione, però, ha ricordato ancora Deiana, che con la 4/2013 tutti i soggetti coinvolti dovranno sottostare al codice del consumo. «Le associazioni, infatti, potranno pubblicizzare le attività professionali dei propri iscritti, ma se dicono o fanno cose sbagliate, dovranno risponderne a un’autorità di controllo», ha precisato.
A.M.
Attestare la competenza, certificarla e creare un'associazione: sono i tre pilastri della nuova normativa sulle professioni non soggette a ordini, la quale arriva dopo una gestazione di oltre vent’anni, a livello nazionale e soprattutto comunitario. «La 4/2013 stabilisce che l’attestazione della competenza venga da un professionista dello stesso settore, per garantire la cosiddetta “simmetria informativa” tra fornitore di un servizio e utente finale – ha spiegato Deiana – Tuttavia, perché non si determini un fenomeno collusivo, impone anche la presenza di un ente certificatore terzo. Ma non basta: la “terza gamba” di questo sistema è la creazione di un’associazione, i cui compiti principali saranno la formazione o, almeno, la selezione a monte della formazione, la selezione di coloro che si vogliono iscrivere, la verifica della qualità in itinere attraverso l’attestazione e la certificazione appunto, nonché la promozione presso il pubblico finale delle attività e, infine, l’aggiornamento continuo della formazione».
Ne consegue che con questa normativa non esistono professioni predefinite e che si tratta di un sistema in evoluzione, con la possibile nascita di tutta una serie di nuovi soggetti in concorrenza tra loro. «Ma questo è normale, perché in linea con la variegata offerta del mercato – ha detto Deiana – È un po’ quanto già avviene nella medicina, ad esempio, dove c’è il medico di base, lo specialista e il chirurgo superspecializzato: ognuno di loro risponde a esigenze diverse, con funzioni e un’offerta ben chiare all’utente finale». Attenzione, però, ha ricordato ancora Deiana, che con la 4/2013 tutti i soggetti coinvolti dovranno sottostare al codice del consumo. «Le associazioni, infatti, potranno pubblicizzare le attività professionali dei propri iscritti, ma se dicono o fanno cose sbagliate, dovranno risponderne a un’autorità di controllo», ha precisato.
A.M.