La Prima Monna Lisa: ciechi e ipovedenti possono toccarla con mano

Succede a Torino presso la sede della Società Promotrice delle Belle Arti fino al 26 maggio 2024: il dipinto della donna fiorentina Lisa del Giocondo, divenuta celebre come Monna Lisa, realizzato circa dieci anni prima dell'iconica Monna Lisa del Louvre, è anche proposto in 3D, in collaborazione con l’Uici. In arrivo inoltre una applicazione come guida vocale

Una scoperta così importante ed emozionante che la facoltà di Architettura di Firenze, in collaborazione con l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti del capoluogo toscano, ha creato una doppia immagine in 3D, così che i non vedenti possano con il tatto accedere ai volti dei due dipinti (nella foto sotto). Ci sono infatti voluti 35 anni di ricerche e oggi è quasi sicuro che la Prima Monna Lisa (chiamata anche La Monna Lisa di Isleworth, perché acquistata da un mercante d’arte di quella cittadina vicino a Londra) sia stata dipinta da Leonardo da Vinci prima della Gioconda del Louvre: ora è esposta in una delle sale della sontuosa sede della Società Promotrice delle Belle Arti in Torino, all’interno del Parco del Valentino (nella foto principale). E qui sarà visibile sino al 26 maggio 2024. Presentata dalla Mona Lisa Foundation di Zurigo in collaborazione con SM.Art, azienda organizzatrice di mostre ed eventi, e da WeAreBeside, editore e produttore di progetti artistici e culturali, l’esibizione racconta, nelle sale accanto, il percorso di studi e ricerche per arrivare all’autenticazione.

Dei cartelli sono collegati a un tablet che viene dato al visitatore con cuffia: un video spiega attraverso rievocazioni le ricerche fatte e gli interventi di critici e studiosi sull’argomento. Si viene così a sapere che la Prima Monna Lisa è il ritratto di una giovane donna, commissionato a Leonardo dal marito, ricco mercante fiorentino di tessuti. Incompiuto nello sfondo con solo due colonne. Mentre la seconda Monna Lisa, quella del Louvre, fu commissionata da Giuliano de’ Medici e dipinta a Roma circa un decennio dopo: la donna è più matura, non ci sono le colonne e lo sfondo è compiuto. Tutto confermato anche dalla tendenza di Leonardo a dipingere due volte lo stesso soggetto, così la Vergine della Rocce, una al Louvre l’altra alla National Gallery, e anche a lasciare un dipinto incompiuto. Il tutto complicato dal fatto che molti quadri usciti dal suo atelier potrebbero essere opera degli allievi, tra cui anche Raffaello. Di cui al Louvre esiste un disegno con una giovane donna ritratta qualche anno prima della Gioconda, nella stessa posizione delle Monne Lise, ma con le colonne a fianco come la prima.

È anche in corso di realizzazione una app per guidare vocalmente l’esperienza sensoriale. Nell’attesa i gruppi di ipo e non vedenti sono accompagnati da una guida che racconta la storia del quadro, usando i modelli in 3D come riferimenti sensoriali.

Luisa Espanet

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