Presbiopia: verso un protocollo comune condiviso?

Adriano Magli, Danilo Mazzacane, Daniele Petrini e Roberto Pregliasco sono stati i portavoce dell’incontro fra area medica e area ottico optometrica: alla platea del Royal Continental nella prima giornata di lavori al Forum 2023 hanno illustrato i risultati del tavolo tecnico, considerato proficuo per l’impostazione degli obiettivi comuni, tra cui quello di una ricetta standard

Impostare un lavoro che per la prima volta avesse una continuità: sabato scorso, a margine del Forum 2023, area medica e area tecnica, alla presenza dei rappresentanti dell’industria, hanno avviato il tavolo tecnico sulla presbiopia. «L’obiettivo era ambizioso e per questo abbiamo deciso di tararne le aspettative - ha detto in apertura Daniele Petrini alla plenaria dell’evento di Napoli - Di iniziative di questo tipo ne abbiamo viste tante in passato e qui per la prima volta abbiamo avviato qualcosa che potrebbe portare alla costruzione di indicazioni di buona pratica comuni fra le due aree». Petrini è poi passato a illustrare gli spunti emersi, analizzando situazioni di vita reale. «Un aspetto che ci ha trovati tutti d’accordo e dal quale non possiamo distrarci rappresenta il nostro pilastro: l’utente, intorno al quale orbitano professionisti con competenze diverse i quali devono integrarsi fra loro per dare un servizio completo - ha continuato l’ottico optometrista romano - A tal proposito alcuni dati statistici hanno aperto i lavori del tavolo, spunti di riflessione che costituiscono la fotografia dell’utente che abbiamo deciso di mettere al centro del progetto». I numeri hanno messo in evidenza che oltre il 52% delle persone che si rivolge a un medico oculista esce dallo studio con una prescrizione di correzione ottica. «È quindi necessario trovare un punto di unione con le nuove tecnologie: pensare di non fare formazione sulla panoramica di prodotti disponibili sul mercato non è possibile - ha sottolineato Petrini - Dall’altro lato, la refrazione è un dato fondamentale del quale nessuna soluzione ottica può fare a meno». Petrini ha infine ricordato l’importanza della partecipazione di tutti al progetto. «Sentitevi coinvolti in prima persona - ha detto - Non possiamo pensare di redigere un protocollo comune senza la firma di tutte le associazioni».

Danilo Mazzacane ha riportato il focus sul paziente. «Questa proposta, che lo vede come beneficiario, ci consente di dire che solo la collaborazione può condurre a una visione più ampia, ossia offrire la migliore visione possibile - ha esordito l’oftalmologo - Siamo tutti concordi nell’affermare che la prescrizione del medico oculista può necessitare di una modifica nel momento in cui si deve realizzare una lente anche progressiva. L’industria ce lo ha spiegato: possono intervenire delle variazioni indispensabili per approntare l’ausilio ottico. L’altro aspetto che desidero sottolineare è che per un soggetto il sopraggiungere della presbiopia può rappresentare un’occasione di prevenzione della salute visiva: bisogna dunque avviare una collaborazione con tutte le figure, implementarne la formazione per cercare di sapere il più possibile l’uno dell’altro. Per quanto riguarda noi medici, sicuramente ci è utile conoscere le ultime innovazioni di prodotto».

Roberto Pregliasco ha portato l’attenzione sul clima sereno in cui si è svolto l’incontro. «Il piano di azione deve arrivare a un obiettivo: dare indicazioni di buona pratica sia ai medici sia agli ottici optometristi, nel rispetto delle differenti competenze - ha spiegato l’ottico optometrista genovese - La tavola ha messo al centro il cliente: si è cercato di uniformare alcuni aspetti che devono confluire in un modello di comunicazione con il presbite, cui bisogna sia chiaro chi è l’oculista e chi è l’ottico. L’oftalmologo che veicola il messaggio “progressive” consente un assist gradito all’ottico e all’industria. Se la ricetta è completa e semplice da leggere, il prodotto finale viene realizzato da un professionista in grado di risolvere anche altre problematiche alle quali il cliente presbite può andare incontro, uscendone soddisfatto. L’oculista deve inoltre sapere che c’è una garanzia di adattamento: solo un’informazione adeguata potrà rendere il protocollo ancora più chiaro. L’occhio invecchia e necessita di controlli e, da parte nostra, dobbiamo rappresentare un ponte comunicativo di prevenzione, perché solo così il cliente-utente potrà essere al centro». Pregliasco ha quindi annunciato i prossimi appuntamenti che daranno continuità al progetto: il Congresso Siso-Aimo, in programma a Roma dal 16 al 18 novembre, e Mido 2024. «Così vedremo se siamo ancora tutti d’accordo - ha concluso il professionista - Potremmo costruire insieme un esempio di ricetta standard comune a entrambe le professioni». 

«Il passo successivo sarà cercare di portare avanti il progetto mettendolo in atto in alcuni centri pilota per dimostrarne la validità, attraverso l’utilizzo di una prescrizione standard», ha ribadito Petrini (nella foto, i portavoce del tavolo tecnico i cui risultati sono stati illustrati domenica 5 novembre: da sinistra, Francesco Bandello, Adriano Magli, la conduttrice Michela Vuga, Daniele Petrini, Danilo Mazzacane e Roberto Pregliasco).

F.T.

Formazione