GUERRA IN UCRAINA, LE PREOCCUPAZIONI DELL’OTTICA

Per l’industria italiana dell’eyewear l’area coinvolta nelle operazioni militari (nella foto, tratta da corriere.it) non è di primaria importanza in termini di vendite, ma si teme un ulteriore aggravio dei costi energetici, logistici e di trasporto

La Russia rappresenta sì un mercato in sviluppo per l’export nazionale di montature da vista e occhiali da sole, ma resta ancora marginale, con un’incidenza di appena l’1% sul totale delle vendite all’estero e un fatturato intorno ai 40 milioni di euro annui. Questo mercato, che, di fatto, comprende anche le aree limitrofe, come l’Ucraina colpita in questi giorni dagli attacchi militari dell’esercito di Vladimir Putin, risulta in mano a pochi grandi distributori locali e riguarda soprattutto i consumatori benestanti che cercano prodotti di lusso e che, almeno fino allo scoppio della pandemia, venivano con frequenza anche nelle piazze europee dello shopping ad acquistarli. In Anfao cresce, tuttavia, la preoccupazione per il possibile ulteriore incremento soprattutto dei costi energetici, che possono incidere seriamente sulla produttività e sui conti delle aziende italiane di eyewear. La stessa attenzione si registra anche in EssilorLuxottica, che in Ucraina ha rilevato in joint venture un operatore con circa 200 negozi, principalmente sotto l’insegna Luxoptica, e in Russia la catena LensMaster, un centinaio di punti vendita che fanno capo a GrandVision.

A loro volta gli organizzatori di Mido non temono ripercussioni sulle presenze russe alla prossima edizione della fiera a fine aprile, dal momento che di solito si tratta soltanto di alcune centinaia di visitatori: tengono tuttavia monitorata la situazione, confidando che le tensioni provocate dalla guerra non crescano ulteriormente.

A.M.

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