L’iniziativa è basata su un processo di sonificazione di dati astronomici: presentata in anteprima oggi nei planetari di Firenze, Napoli, Palermo e Torino in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, permette anche a non vedenti e ipovedenti di esplorare la volta celeste e il sistema solare
“Audio Universo, viaggio attraverso il sistema solare” (nella foto, la locandina), il nuovo spettacolo per planetari prodotto dalle università inglesi di Newcastle e Portsmouth con la collaborazione di Anita Zanella, ricercatrice dell’Inaf, Istituto nazionale di astrofisica di Padova, accompagna gli spettatori in un’esperienza all’interno di una navicella speciale, dotata di una macchina del suono che trasforma la luce dei corpi celesti appunto in suoni. «Si possono “ascoltare” gli astri che appaiono, sul far della sera, nel cielo sopra il Very Large Telescope dell’Eso-European Southern Observatory in Cile: a ogni stella corrisponde una nota musicale a seconda del colore, mentre il volume ne indica la luminosità e la posizione sulla volta celeste viene resa attraverso il sistema audio surround del planetario», si legge in una nota dell’Inaf. C’è anche un’interpretazione sonora degli otto pianeti del sistema solare e delle loro orbite.
«Lo spettacolo rappresenta dati astronomici reali attraverso il suono, un processo chiamato sonificazione, mediante un software sviluppato inizialmente per usare l’udito nella ricerca astronomica - prosegue il comunicato - La colonna sonora è stata progettata per prima, in collaborazione con non vedenti e ipovedenti, per poter essere informativa, piacevole e accessibile per tale pubblico, e solo in un secondo momento sono state aggiunte le animazioni visive». Lo spettacolo risulta così fruibile per tutti, anche senza l’uso della vista.
Dopo l’anteprima di oggi le proiezioni proseguiranno domani al Planetario Inaf dell’Osservatorio astronomico di Cagliari. «L’interesse nell’uso del suono per rappresentare i dati astronomici è cresciuto negli ultimi anni perché gli astronomi hanno capito l’importanza di utilizzare l’udito al posto della vista, o anche insieme alla vista, per esplorare le grandi quantità di dati che raccogliamo con i telescopi moderni», afferma nella nota Zanella, che ha curato la traduzione e la diffusione dello spettacolo in Italia, nell’ambito del progetto di interesse nazionale Astronomy for equity, diversity and inclusion, e ha collaborato alla produzione con il regista, l’astronomo Chris Harrison dell’Università di Newcastle. I membri della comunità di non vedenti e ipovedenti hanno partecipato attivamente allo sviluppo dello spettacolo. Dal 7 dicembre, Audio Universo sarà rilasciato al pubblico sia in versione per planetario sia per la visione da casa, attraverso l’archivio online dell’Eso. Lo spettacolo è attualmente disponibile in tre lingue, inglese, spagnolo e italiano.
(red.)