Zaccagnini: un depistage per monitorare il glaucoma

“Inquadramento clinico del glaucoma e depistage della pressione endoculare con tonometria a sfioramento” (nella foto, una fase del workshop) è stato tenuto da Francesco Vargellini, docente di contattologia e di optometria presso l’Istituto Zaccagnini, con la collaborazione di Maurizio Suppini, direttore commerciale di Espansione Marketing, società bolognese da oltre trent’anni specializzata, tra l’altro, nella distribuzione sul mercato interno di marchi leader nella diagnostica. «I dati epidemiologici ci dicono che il monitoraggio del tono endoculare al fine di prevenire i danni del glaucoma dovrebbe iniziare dopo i quarant’anni: in base ai dati Istat, la popolazione italiana ultraquarantenne è costituita da 35 milioni di persone e coincide con la fascia di popolazione che maggiormente utilizza gli occhiali – spiega una nota dello Zaccagnini – I circa diecimila negozi di ottica specializzati sono, in concreto, il più accessibile e facile “sportello” cui i cittadini si rivolgono per ottenere rapidamente informazioni e consigli sul benessere degli occhi e sul mantenimento di una buona visione. Grazie a nuovi strumenti che consentono di realizzare l’auto-misura del tono endoculare e, pertanto, non sono invasivi e non richiedono l’utilizzo dei farmaci diagnostici, l’ottico può offrire ai propri utenti l’opportunità di monitorare la pressione degli occhi, oltre a informarli delle problematiche e delle limitazioni visive che il glaucoma determina qualora venga trascurato». All’Istituto bolognese ricordano che già qualche centinaia di centri ottici italiani adottano questa tipologia di screening, rimandando poi al medico oculista in caso di rilevazioni positive, un po’ come succede per la misurazione della pressione arteriosa nelle farmacie.
Il workshop del 25 marzo rientra tra gli eventi e le occasioni didattiche promosse dallo Zaccagnini per integrare «il rituale svolgersi delle lezioni, delle esercitazioni, degli esami e di quant’altro previsto dai calendari didattici dei singoli corsi, con l’obiettivo di associare all’insegnamento delle conoscenze l’apprendimento delle pratiche che la professione richiede e delle abilità personali nell’uso della relativa strumentazione tecnico-scientifica – ricorda la nota – Si vuole così creare, inoltre, un corretto spirito di appartenenza all’istituzione scolastica che prosegue nel tempo con l’accompagnamento al primo impiego o nel ritorno, dopo importanti esperienze professionali, nell’ambito scolastico come tutor o insegnante».

(red.)

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