Vision Research, presentato un nuovo metodo italiano per valutare l’acutezza visiva

Sull’ultimo numero della rivista internazionale diretta da David Foster, dedicata agli aspetti funzionali della visione, è stata pubblicata la ricerca di Alessio Facchin, Silvio Maffioletti, Marialuisa Martelli e Roberta Daini, che stabilisce una relazione tra acuità visiva e crowding, i cui risultati sono stati riconosciuti come significativi e quindi utilizzabili nella pratica clinica

«L'acutezza visiva nella pratica clinica optometrica viene generalmente valutata prima e dopo la verifica della condizione refrattiva – spiega a b2eyes TODAY Alessio Facchin, autore della ricerca “Different trajectories in the development of visual acuity with different levels of crowding: the Milan Eye Charts (Mec)” insieme a Maffioletti, Martelli e Daini, pubblicata sul numero 156 di Vision Research - In questi casi, attraverso il suo incremento si attesta l’opportunità di una compensazione ottica dell’eventuale ametropia presente e si misura il miglioramento che questa compensazione induce in termini di risoluzione ottica. L’acutezza visiva è altresì utilizzata a fini diagnostici, in presenza di patologie oculari e generali che la penalizzano, oltre che a scopo di ricerca. Al fine di avere uno strumento semplice e preciso di valutazione dell’acutezza visiva, nei mesi scorsi abbiamo studiato e realizzato le Milan Eye Charts (Mec), una serie di tabelle liberamente fruibili, che possono essere direttamente scaricate e stampate da ogni professionista della visione, la cui struttura, realizzazione grafica e procedura di somministrazione segue criteri precisi e un approccio scientifico ben definito».
Le Mec (nella foto), predisposte ad hoc per lo studio, constano di quattro tabelle ottotipiche costituite da lettere riprodotte con affollamenti diversi, ossia più o meno ravvicinate, su fogli A4 da porre a una distanza di tre metri dal soggetto. «La ricerca si è focalizzata sui bambini, in particolare sullo sviluppo dell'acutezza visiva e del crowding, la difficoltà di riconoscere uno stimolo target, una lettera, quando è affiancato da altri stimoli, che fungono da distrattori – aggiunge Silvio Maffioletti al nostro quotidiano online - I risultati della ricerca hanno mostrato l'applicabilità delle Milan Eye Chart fin dalla prima classe della scuola primaria e hanno evidenziato come i processi per contrastare il crowding si sviluppino nei bambini più lentamente, completandosi in tempi successivi a quelli relativi allo sviluppo dell'acutezza visiva».
(red.)

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