Tabacchi: con la morte di Del Vecchio, chi sosterrà il nostro territorio?

Amici nella vita, ma fieri antagonisti nel lavoro: così l’ex presidente di Safilo ricorda il fondatore di Luxottica, scomparso lunedì scorso

«Ho conosciuto Leonardo Del Vecchio oltre sessant’anni fa, quando lavorava con i fratelli cadorini Toscani e Da Cortà ed era fornitore di aste per Safilo e per altre aziende del Cadore. Decise poi di produrre l’occhiale completo e di andare avanti da solo - racconta a b2eyes TODAY Vittorio Tabacchi - Allora facevamo entrambi parte di Sipao, la territoriale bellunese dell’occhialeria, dove ci siamo conosciuti bene. Entrambi produttori di occhiali, condividevamo le problematiche di mercato e abbiamo trascorso alcune vacanze insieme, organizzate dalle nostre rispettive mogli, che hanno permesso di cementare il rapporto personale». Quello professionale, invece, ha viaggiato su una forte competizione. «Tutti e due venivamo dalla fabbrica, abbiamo perciò sempre dato ampio spazio alla manodopera, alle macchine, insomma a tutti gli aspetti che riguardavano la parte produttiva: il nostro comune obiettivo era diventare migliori delle aziende tedesche di montature, che negli anni 70 e 80 avevano la leadership nel settore - ricorda Tabacchi - Del Vecchio si muoveva con grande capacità e velocità sul mercato: senza inventare niente, puntava sulla grande abilità di ispirarsi a qualcosa o a qualcuno. Ma era soprattutto un genio imprenditoriale e finanziario, che si è creato da solo, senza mai alcun aiuto dallo Stato: per me era più bravo di tante figure mitiche del capitalismo italiano, non credo ci siano stati altri imprenditori paragonabili a lui». Gli ha mai invidiato qualcosa? «Sì, la determinazione con cui ha acquisito la catena di negozi LensCrafters: personalmente non ho mai avuto la forza di andare contro l’organizzazione commerciale degli ottici indipendenti, che erano i nostri clienti, con un’operazione come quella», afferma.

L’ex titolare di Safilo ricorda, inoltre, il collega appena scomparso come una persona molto semplice, umile e determinata. «Ha improntato la sua vita al lavoro, al quale dedicava tutto se stesso: schivo di carattere, era molto sensibile e soprattutto riconoscente nei confronti di chi lo aveva aiutato - aggiunge Tabacchi - E la riconoscenza l’ha dimostrata anche verso la terra che lo ha accolto da giovane: con la sua attività produttiva non è mai uscito da Agordo e pure il progetto che ha messo in piedi a Sedico avrebbe potuto realizzarlo altrove. Poi basti pensare alle recenti operazioni con Fedon e persino con Ideal Standard. Ecco perché la sua morte è una perdita gravissima per l’ottica, ma soprattutto per il nostro territorio, che ora rischia di non avere più una figura del suo calibro che lo difenda».

Anche Nicola Del Din, amministratore delegato di Blackfin, a Taibon Agordino, era legato al patron di Luxottica . «Leonardo Del Vecchio rappresenta un riferimento importante non solo per il settore dell’occhialeria, ma per tutto il panorama imprenditoriale italiano: una visione illuminata unita allo spirito curioso e dinamico di chi ha avuto la grande capacità di trasformare i sogni in realtà e le difficoltà in opportunità. Il messaggio che ha lanciato è molto chiaro, se si vuole davvero qualcosa, la si può realizzare – commenta Del Din al nostro quotidiano - Al di là dei meriti come uomo e imprenditore, sento un profondo senso di gratitudine nei suoi confronti: se non ci fosse stata Luxottica oggi non esisterebbe neppure Blackfin, dato che la nostra storia ha origine con mia mamma Maria Luisa che fu una delle sue prime dipendenti. Lo ricordava sempre con grande affetto, è rimasta molto scossa». L’imprenditore agordino rammenta di aver avuto il piacere di ricevere la visita del Cavaliere nel suo stand a Mido nel 2017 (nella foto, in alto). «Mi fece i complimenti per il lavoro che stavamo svolgendo e per come Blackfin stesse crescendo - racconta - Lo ricordo come se fosse ieri e non me lo dimenticherò mai: una sorta di imprimatur da parte del migliore del settore».

Anche Mido e Anfao esprimono enorme cordoglio per la scomparsa del fondatore di Luxottica, che ha ricoperto lincarico di presidente dell’associazione di categoria per tre mandati, dal ’75 al ’77, dal ’79 all’81 e dal ’95 al ’97 (nella foto principale, Del Vecchio a Mido 2018). «È stato tra i primi a credere alle potenzialità dell’evento Mido, con la partecipazione fin dalla prima edizione dell’eyewear show nel 1970 - si legge in nota della struttura confindustriale - Del Vecchio rappresenta l’esempio dell’imprenditore moderno, che ha saputo coniugare una spiccata capacità di leadership all’attenzione per il personale aziendale, creando un “modello Luxottica” riconosciuto unanimemente come sistema virtuoso di welfare sociale partecipato».

«Con la scomparsa del Cavalier Del Vecchio l’occhialeria perde l’uomo che per primo ha intuito le potenzialità di un oggetto che, da protesi medicale, si è trasformato in accessorio di moda irrinunciabile: una rivoluzione copernicana del settore - commenta nel comunicato il presidente di Anfao e Mido, Giovanni Vitaloni, a nome di tutto il cda - È stato un visionario, il primo in Italia nel mondo imprenditoriale a riconoscere nel mercato americano un grande sbocco commerciale, cogliendo opportunità di espansione prima direttamente attraverso la sua azienda, poi con importanti acquisizioni. E proprio le acquisizioni e le fusioni hanno costituito la cifra di un modus operandi che ha teso ad ampliare il campo d’azione della società dalla produzione alla distribuzione, su scala globale. È stato pioniere in Italia su temi del welfare aziendale, che ha saputo innovare aprendo la strada a un sistema di relazioni industriali partecipate, attente ai bisogni dei propri dipendenti. L’intraprendenza e l’abilità nell’anticipare i tempi sono stati una costante della sua carriera, un’attitudine che non è mancata neanche negli ultimi anni, quando l’azienda ha aperto alle nuove tecnologie lanciando gli smartglass, in collaborazione con Meta. Il nostro paese ha perso una guida, un imprenditore e un uomo straordinario: come tutti i precursori il suo modello resterà ineguagliato per coerenza, solidità e spessore».

A.M.

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