Scuole di Ottica in Rete: come incrementare le iscrizioni ai percorsi quinquennali

È stato l’argomento della quinta edizione del Convegno annuale dell’associazione, che si è tenuto il 7 e 8 maggio, presso il Leonardo da Vinci di Bergamo: tra i vari spunti emersi, la proposta di far conoscere meglio la professione agli studenti delle medie tramite le testimonianze dei loro colleghi degli istituti professionali

Si è finalmente potuto svolgere in presenza l’evento nazionale delle Scuole di Ottica in Rete. Il meeting viene ospitato di volta in volta da uno degli istituti appartenenti al network: per la quinta edizione la sede scelta è stata la Scuola di Ottica e Optometria Leonardo da Vinci di Bergamo. L’evento è stato inoltre trasmesso in diretta streaming attraverso la piattaforma digitale di Fabiano Gruppo Editoriale, con la partecipazione di oltre duecento studenti di tutta Italia.

Sabato 7 e domenica 8 maggio presso la sala conferenze della struttura bergamasca (nella foto, una fase dei lavori) si è dunque affrontato un tema cardine per il settore, le strategie di orientamento in entrata. Come ha sottolineato Rodolfo Baiocchi, presidente dell’associazione, gli iscritti ai percorsi quinquennali degli istituti professionali di ottica sono sempre meno nel corso degli ultimi anni, «nonostante le numerose opportunità lavorative offerte dal mercato e il taglio altamente pratico e professionalizzante garantito dagli iter formativi delle scuole - si legge in una nota degli organizzatori - Un trend che non sembra destinato a cambiare per il prossimo anno scolastico in avvio a settembre, facendo sorgere così la necessità di interventi mirati ed efficaci di comunicazione da parte di tutti gli stakeholder del mondo dell’ottica».

Basandosi su dati raccolti attraverso questionari preliminari al Convegno, Luca Radici, dirigente scolastico del Leonardo da Vinci, ha potuto confermare quanto detto da Baiocchi. «Le iscrizioni ai percorsi di ottica sono in calo, nonostante piani didattici che garantiscono un’ottima preparazione sia teorica sia pratica, sostenuti tra l’altro da una riforma degli iter professionali che segue proprio questa linea d’azione», prosegue il comunicato. Anche Andrea Afragoli, presidente di Federottica, ha precisato che le scuole superiori professionali di ottica «non solo permettono allo studente di acquisire competenze necessarie per un immediato inserimento nel mondo del lavoro, specialmente se seguiti da un percorso di specializzazione in optometria, ma forniscono un’ottima e completa preparazione anche per affrontare l’università, sia in un indirizzo inerente al settore sia in un ambito di studio differente», si legge ancora nella nota.

Il convegno si è concluso con una tavola che ha coinvolto docenti, dirigenti scolastici e professionisti presenti e alla quale hanno partecipato anche Chiara Montomoli, HR business partner di Salmoiraghi & Viganò-Luxottica Retail Italia, Daniele Buzzoni, product & training lead di Bbgr Italia, e Marco Pagani, sales manager per ottici di Frastema Ophthalmics. «L’obiettivo è stato trovare soluzioni e proporre iniziative per incrementare le iscrizioni ai percorsi quinquennali di ottica, così come richiesto dal mondo del lavoro, cercando di aumentare l’attrattività della figura professionale e del relativo percorso di studi agli occhi dei giovani studenti e delle loro famiglie: fondamentale sarà una divulgazione a 360 gradi attraverso una pubblicità capillare su tutto il territorio nazionale, supportata da una maggiore cooperazione da parte dei responsabili dell’orientamento post scuola secondaria di primo grado - conclude il comunicato - In merito a quest’ultimo punto, è stata particolarmente apprezzata la proposta di svolgere attività di educazione alla visione nelle scuole medie da parte degli studenti degli istituti professionali di ottica, affiancati dai docenti, così da avvicinare i più piccoli alla professione con un approccio meno formale rispetto all’orientamento guidato dagli insegnanti».

Il sesto Convegno delle Scuole di Ottica in Rete si svolgerà nel 2023 presso l’Istituto Fermi-Eredia di Catania.

(red.)

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