Ray-Ban Meta lancia una limited edition con Coperni

Il 9 marzo, durante la Parigi Fashion Week, l’housebrand di EssilorLuxottica e il marchio parigino di prêt-à-porter e accessori, disegnato da Sébastien Meyer e Arnaud Vaillant, hanno presentato una nuova interpretazione dell'iconico Wayfarer in 3.600 esemplari, caratterizzato da tecnologia all’avanguardia ed estetica futurista

Meta Platforms ed EssilorLuxottica si rivolgono al mondo della moda. Ray-Ban con Meta x Coperni ha debuttato il 9 marzo durante la sfilata autunno inverno 25-26 del marchio francese. Lo show era incentrato sull'idea di “comunità digitale”, che rimane un punto focale per Meta, abbinando la sfilata a un Lan party (evento in cui appassionati di videogiochi si riuniscono all’interno di una struttura fisica per giocare in modalità multiplayer, ndr) per 200 persone, della durata di 24 ore. Le modelle hanno anche indossato i Ray-Ban Meta x Coperni Limited Edition per filmare dalla passerella, mostrando le capacità di registrazione a mani libere dei Ray-Ban Meta.

«L'edizione limitata è caratterizzata dall’iconica forma Ray-Ban Wayfarer in nero trasparente (nella foto), dotata di lenti grigie specchiate con entrambi i loghi incisi - si legge in un comunicato di Ray-Ban Meta - Per una maggiore esclusività, l'asta interna riporta la numerazione limited edition, mentre la parte terminale presenta la targhetta con il logo Coperni. Infine, è accompagnata da una custodia di ricarica nera con una sottile iscrizione Coperni sul retro della custodia e una targhetta del brand francese».

«Abbiamo registrato una crescita e un progresso notevoli con gli occhiali Meta AI di Ray-Ban - afferma nella nota Rocco Basilico, chief wearables officer di EssilorLuxottica - La collaborazione con un marchio incentrato sul digitale come Coperni ci è sembrata una sinergia che avrebbe risuonato a livello globale sia nel mondo della moda sia in quello della tecnologia: ci auguriamo di sviluppare in futuro innovazioni e partnership che diano forma al nostro modo di connetterci».

A cura della redazione

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