Emanuele Monti (nella foto, in basso, a sinistra, accanto a Renzo Zannardi) ha, inoltre, ricordato che l’emendamento n.2009 alla recente riforma regionale della sanità «è un primo mattoncino, perché lavorare sul territorio significa lavorare insieme, senza le barriere del passato».
All’evento di Palazzo Isimbardi sono intervenute anche altre personalità, di diverse forze politiche, come l’ex assessore regionale Giulio Gallera, Laura Molteni, già parlamentare e vicepresidente del Comune di Milano, e Carlo Borghetti, vicepresidente del Consiglio regionale, il quale ha dichiarato di aver proposto un emendamento ancora più ampio, con la possibilità di accreditamento di alcune attività dei centri ottici al Servizio sanitario lombardo, che però non è passato. «Con quello invece approvato, entrate sì tra le professioni da valorizzare, ma senza oneri per il sistema sanitario, quindi senza possibilità di accreditamento dei vostri servizi, come ad esempio gli screening: si tratta comunque di un passo avanti, tanto che l’ho votato anch’io in aula pur dall’opposizione, ma ora occorre costruire qualcosa partendo proprio da questa valorizzazione, adesso inizia un film nuovo».
Borghetti si è detto, infatti, convinto che bisogna parlare non di professione sanitaria, ma della rilevanza sanitaria che ha una determinata professione. «Ecco perché quella dell’ottico optometrista ha tutto il diritto di entrare in una riforma sanitaria regionale, stabilendo con precisione chi fa cosa tra le diverse figure coinvolte – ha aggiunto Borghetti – Quanto più investiamo in prevenzione, ad esempio con i vostri screening, tanto più il sistema pubblico risparmia: naturalmente senza pestarsi i piedi tra professionisti del mondo sanitario». Perché, come ha ricordato Molteni rivolgendosi alla platea della convention di Federottica Milano Acofis, «non siete soltanto venditori di manufatti, ma avete una serie di competenze professionali che vanno valorizzate».
A.M.