Nonostante il contesto complesso e l’incertezza sull’export di occhiali da sole e montature, che pesano per circa il 90% sulla produzione, nel 2024 l’occhialeria italiana ha aumentato la produzione, la quale ha toccato i 5,64 miliardi di euro (+2% sul 2023), secondo i dati preliminari. È in tale scenario che sabato 8 febbraio prende il via il salone milanese. «Con questa edizione abbiamo fortemente voluto portare avanti il concetto di evoluzione e miglioramento continuo, costantemente in risposta ai bisogni e alle esigenze dei tantissimi professionisti di tutto il mondo che operano nel settore - ha dichiarato la presidente di Anfao e Mido - In un momento storico ed economico di grande incertezza, come quello che stiamo vivendo, dimostrare al mondo la forza industriale e il potere economico di un comparto produttivo sano e florido come quello dell’eyewear è un dovere, oltre che una necessità».
La 53esima edizione della rassegna fieristica fa registrare una partecipazione numerosa di espositori, con il salone che diventa più “large” per rispondere alle richieste degli operatori, grazie ai mille metri quadrati netti in più rispetto al 2024 nei sette padiglioni e alle otto diverse aree espositive. Tra le novità spicca il layout espositivo rinnovato e la riorganizzazione dei padiglioni 2 e 4. Sul fronte della formazione e informazione spazio al The Vision Stage con un fitto programma di incontri, conferenze e convegni su tematiche di stretta attualità dedicate ai professionisti.
Mido 2025 inizia sabato 8 febbraio, ma gli organizzatori stanno già pensando e lavorando all’edizione del prossimo anno, che coinciderà con un appuntamento speciale per le due regioni di riferimento dell’occhialeria italiana. «Nel 2026 l’appuntamento con Mido sarà anticipato di una settimana, dal 31 gennaio al 2 febbraio, prima dell’inizio delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, con la possibilità di eventi in città», ha ricordato Berton nella conferenza stampa di presentazione del salone, tenutasi mercoledì scorso al Teatro Gerolamo di Milano (nella foto).
Dario Andriolo