Lettera a un giovane ottico

Le attuali generazioni al “governo” delle cose dell’ottica come saranno giudicate dai giovanissimi ancora sui banchi o da poco introdotti al mercato? Avranno parole di ringraziamento, indifferenza oppure di rancore nei riguardi dei “vecchi”?

I fatti del 2017 nell’ottica sono stati molti e rilevanti. Per certi aspetti la fusione Essilor-Luxottica, le denunce e i controlli dei Nas, la crescita del commercio online e la rigenerazione del personale della Gdo in ottici sono solo la punta dell’iceberg di un movimento tellurico costante che ha toccato tutti. Possiamo dire di aver visto e sentito ogni giorno qualcosa di nuovo. E come accade in una famiglia in cui si discute animatamente, se si ha tempo, voglia e testa di fermarsi e girarsi ci si accorge che i più giovani sono dietro di noi, immobili in silenzio a osservarci. Mi rivolgo quindi ai giovani ottici prima che il sorgere del 2018 ci immerga di nuovo nel vortice dei fatti.
Caro giovane ottico, che tu sia un figlio d’arte o un “senza negozio” voglio ricordarti che il tuo mestiere è ancora uno tra i più interessanti del mondo del commercio e del parasanitario. Non vivrai drammi nel trovare lavoro ma dovrai accettare che il tuo mondo sta cambiando velocemente e quello che hai sposato è già una famiglia moderna. Potrai notare come l’economia e la gestione aziendale siano un fattore critico della tua attività e che non hai forse mai assistito a un’ora di lezione su questo. Vedrai come la fisica dei tuoi studi è sì importante ma che il tuo mondo professionale è altrettanto tecnologico oltre che tecnico; e che la tua abilità non sarà solo quella di interpretare le formule ma anche selezionare la soluzione tecnologica migliore per chi hai di fronte. Se hai imparato dal calcio che non esistono più le bandiere come Totti e Del Piero, potrai riconoscere che anche nell’ottica moderna è preferibile sposarne pochi e con un contratto open, perché il mondo dell’industria cambia costantemente idea e devi essere anche tu libero di farlo. Se ti hanno insegnato a fare moltiplicazioni semplici come x3 o x4, ricordati anche di guardarti alle spalle e di non considerare solo il fatturato ma soprattutto i margini e quanto rischio ci metti a guadagnare. Se qualcuno ti dice che tanto non cambia nulla o poco e ti mostra un orizzonte immobile oltre le tue vetrine, ricorda che stiamo assistendo a un’erosione carsica del nostro universo: apparentemente immobile ma inesorabilmente costante, che eliminerà arrivando a breve in pianura i più deboli e i meno visionari. Eppure, se lo vorrai, sarai ancora un professionista privilegiato e amato, una figura sociale indispensabile, un erogatore di serenità e benessere e, perché no, di bellezza. La gente saprà sempre che mestiere fai, mica come tante professioni moderne, e le soddisfazioni non ti mancheranno mai perché la gente più di un tempo vuole vederci bene e stare meglio. Tocca a te decidere il tuo destino. Lascia che i “vecchi” ti spieghino com’è andata fino a oggi e poi, quando te lo potrai permettere, fai di testa tua. Perché come diceva quel folle di Steve Jobs - e la follia è la prerogativa degli dei, non dell’uomo - “non possiamo prevedere il futuro, ma possiamo inventarlo”. Buona fortuna.
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