LABELLA: DA FIELMANN UN COMPORTAMENTO POCO ELEGANTE

Il titolare di Optariston, 8 centri ottici tra Roma e Città del Vaticano, commenta a b2eyes TODAY la scelta della catena tedesca di avviare in viale Marconi il suo primo negozio nella Capitale accanto a quello dell’insegna familiare (nella foto)

«Non c’è niente di illegale in questa decisione, ma di certo si tratta di un comportamento poco elegante: in viale Marconi si trovano molti locali, di tutte le dimensioni, purtroppo lasciati liberi a causa delle conseguenze della pandemia, per cui Fielmann avrebbe potuto sceglierne uno di questi senza porsi a così stretto contatto con il nostro punto vendita», precisa Leonardo Labella, il quale ricorda come anche Optariston sia entrata in questa importante arteria cittadina circa dieci anni fa, ma nel rispetto delle altre insegne già presenti. «Inoltre dove siamo noi, a parte il breve intervallo della presenza di un bar, in precedenza c’era Ottica Romani, quindi nell’immaginario collettivo del quartiere questo era e rimane un centro ottico», ricorda l’imprenditore capitolino. Optariston di viale Marconi, di proprietà della famiglia Labella, dà lavoro a quattro persone, ha una porta e si estende su circa 130 metri quadrati; quello di Fielmann, la cui apertura dovrebbe avvenire ai primi di aprile, presenta una superficie simile con due porte.

Questa situazione di estrema vicinanza non rappresenta certo una novità nel retail ottico nazionale. Uno dei casi più clamorosi fu quello di una decina di anni fa a Bologna, con la storica Ottica Cerioli, chiusa nel dicembre scorso, affiancata da uno store Avanzi sotto l'egida GrandVision. «Inevitabilmente un po’ di fastidio c’è, ma siamo convinti che ci giocheremo la partita, forti da un lato di una tradizione giunta oggi alla terza generazione e che risale al 1953, quando mio padre Lamberto aprì il primo punto vendita, e dall’altro di un elevato livello di professionalità sia nei servizi e nei prodotti che offriamo in campo ottico optometrico e nell’occhialeria, sia nella fornitura di strumenti e ausili per l’area medico oculistica».

Qualche azienda ha già espresso solidarietà a Labella e lo stesso hanno fatto alcuni colleghi di Roma e del Lazio. Tra questi figura Gianni De Napoli, titolare di Capaldo Ottica, che ha inviato ai media una lettera aperta a Fielmann, in cui ricorda, tra le varie cose, che «un’azienda che ha origini e storia familiare, anche quando raggiunge le dimensioni di una multinazionale dovrebbe continuare a includere in se stessa una etica professionale e alcuni asset valoriali che le “classiche” multinazionali non hanno». E questo patrimonio, prosegue il testo firmato da De Napoli, «dovrebbe essere manifestato in modo evidente su alcuni aspetti, tra i quali certamente c'è il rapporto con i partner, il tessuto sociale nel quale si opera e quindi anche i concorrenti».

B2eyes TODAY ha chiesto a Fielmann un commento sulla vicenda, ma non è stata rilasciata alcuna dichiarazione.

A.M.

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