La Gioconda fu dipinta a Pavia?

Durante la mostra Looking for Monna Lisa, organizzata nella località lombarda sino al 29 marzo 2020 in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte del grande genio, è possibile sperimentare con speciali visori "La visione di Leonardo a Pavia": ci si immerge così nella città rinascimentale grazie alla realtà aumentata e si rivive il suo soggiorno qui in un periodo fondamentale per i suoi studi, ma anche per l’ideazione del suo più celebre capolavoro

Ci sono fondate ragioni per credere che la Gioconda sia stata dipinta a Pavia. Lo rivela, all'interno del Castello Visconteo, un percorso di realtà virtuale nella Pavia rinascimentale sulle orme di Leonardo, che qui abitò vent’anni. Oltre al Castello stesso, alla Biblioteca dove frequentava le lezioni di anatomia, fondamentali per lo studio dell’Uomo Vitruviano, si vede il Ponte del Diavolo, all'altezza di Bobbio, sul fiume Trebbia, che si scorge distintamente sullo sfondo di Monna Lisa. La straordinaria esperienza è sviluppata da Way, We augment you, start up innovativa che parte da luoghi reali e fatti storici. È una delle attrazioni della mostra “Looking for Monna Lisa. Misteri e ironie attorno alla più celebre icona pop”, a cura di Valerio Dehò, che si distribuisce in vari luoghi della città, dal Castello allo Spazio Arti Contemporanee del Broletto. Propone dipinti, sculture, installazioni, ispirate alla Gioconda, realizzate da artisti contemporanei, sull’onda della prima “rilettura” nel 1919 di Marcel Duchamp, che sul famoso ritratto in cartolina disegnò dei baffi. Eccola trasformata in una Bat Lisa in terracotta policroma, con il viso di Frida Kahlo, raddoppiata (nella foto), con i lineamenti del pittore che l’ha ritratta. Eccola incorniciata dalle vecchie banconote da cinquantamila lire, dipinta con colori speciali che si vedono solo appoggiandole a una fonte luminosa, sovrapposta alla Marilyn di Warhol, altra icona pop, o in forma di quadro strizzata tra due pianoforti, per dire che l’arte resiste sempre. In nessun’opera la Monna Lisa del terzo millennio ha gli occhiali. Solo Lorenzo Puglisi, nel suo olio, la decostruisce per poi farne riapparire su fondo nero soltanto le mani e il viso, che sembra coperto da strani occhiali-maschera. Basata su straordinari effetti ottici anche l’esperienza multimediale “Monna Lisa who?” nella chiesa di Santa Maria Gualtieri. Realizzata dallo studio di multimedia design Karmachina indaga, tra l’altro, sull’identità della Gioconda, insistendo sull’ipotesi, supportata da molti studiosi, che la misteriosa Monna Lisa sia Isabella d’Aragona, moglie di Gian Galeazzo Sforza, che nel castello Visconteo abitò ai tempi di Leonardo.

Luisa Espanet

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