Kering, le griffe del gruppo trascinano l’eyewear

Il polo degli occhiali, avviato tre anni fa dal colosso francese del lusso guidato da François-Henri Pinault, nei primi sei mesi del 2018 ha registrato 262 milioni di euro di vendite, oltre il 30% in più rispetto allo stesso periodo del 2017, e ha contribuito alla crescita delle royalties incassate dai vari marchi del gruppo

Kering Group mette a segno +26,8% di fatturato nel primo semestre, per un totale di quasi 3,9 miliardi di euro, grazie soprattutto alle ottime performance di Gucci. Anche la unit specializzata nell’eyewear, guidata da Roberto Vedovotto, non è da meno: ad aver soprattutto contribuito allo sviluppo, come riportato da Corriere del Veneto, sono i risultati del primo anno di gestione della griffe, il 2017. La testata sottolinea, infatti, un ulteriore fattore rilevante, emerso dalla presentazione dei dati agli investitori nel giugno scorso, ossia il significativo aumento delle vendite degli occhiali delle singole griffe controllate da Kering nel 2017, in gestione diretta, rispetto a quanto registrato nell’ultimo anno di licenza: i ricavi di Gucci sono stati in aumento del 15% e, su valori minori, la crescita è stata del 100% per Alexander McQueen, del 150% per Puma, del 200% per Bottega Veneta, del 250% per Saint Laurent e del 350% per Stella McCartney. 
Pur senza indicare un anno preciso, Kering Eyewear ha dichiarato agli investitori che l’obiettivo finale è superare i 750 milioni di  euro di ricavi, dai 352 del 2017, mentre l’Ebit dovrà salire dal 5% al 10% sul valore totale delle vendite. Per l’azienda, con sede a Villa Zaguri (nella foto), nel Padovano, sempre secondo Corriere del Veneto dal 2019 dovrebbe essere operativo un nuovo magazzino automatico di proprietà, in realizzazione nella limitrofa Vescovana, che prevede l’assunzione di un centinaio di dipendenti.
(red.)

 

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