Il “Rinascivetro” di Luxottica

Agordo ci ha spesso sorpreso nel rivitalizzare situazioni di eccellenza ma anche di nicchia per portarle definitivamente alla ribalta mondiale. Ci riuscirà anche con il vetro di Barberini?

Mentre stiamo tutti osservando senza pressioni i Mondiali di calcio in Russia, è arrivato il botto dal mercato interno: da quella Agordo che in tanti, anche italiani, si domanderanno dove sia ma che certamente per l’occhiale sta proponendosi quale punto di riferimento del settore, come Firenze lo fu per il Rinascimento. L’ultima mossa di Leonardo Del Vecchio è stata “afferrare” un’eccellenza dell’ottica, di cui tra l’altro era amante, dato che il fatturato Luxottica, secondo più fonti, vale oggi per Barberini il 40%. Quello che pareva fino a oggi un amore impossibile: così apprezzato per le sue straordinarie doti ottiche, il vetro aveva infatti perso il feeling con il consumatore attuale per due ragioni superabili ma altrettanto serie, la consistenza e la potenziale maggiore pericolosità in caso di rottura. Anche per questi motivi le quote di mercato del vetro erano relegate a pochi punti, per l’appunto di eccellenza, che stavano a significare il passato, il presente e anche un pizzico di futuro ma non così panoramico. Certo, molti Ray-Ban montano lenti in vetro e per l’appunto di Barberini, come se l’eccellenza del materiale e del marketing dell’ottica potessero ancora andare a braccetto a dispetto della plastica e del titanio. Ma si sa che Luxottica ci ha abituato ai miracoli.
Il suo percorso carsico non ti permette di sapere se e quando affiorerà ma soprattutto dove. Comprare eccellenze per proseguire il proprio processo di verticalizzazione è certamente un atto di raffinata intelligenza. Luxottica a breve avrà la completa filiera di creazione, produzione e distribuzione in mano, con l’ipotesi paradossale che potrebbe decidere di comprarseli da sola i propri occhiali, senza neppure aver bisogno del cliente finale. Per cui, a parte i numeri che “appassiscono” di lì a poco, l’acquisizione di Barberini pare una grande opportunità per rivitalizzare il mercato del vetro non solo a valore ma soprattutto a volumi, rilanciando il “Rinascivetro” che la stessa Barberini probabilmente ha sempre auspicato per se stessa. Un ritorno alle origini quindi anche per il Cavaliere che però non avrà nulla a che fare con un ballo nel salone delle danze del Gattopardo, dove tutto deve cambiare purché non succeda nulla. Qui succede sempre tutto e in fretta e la scacchiera già sta delineando uno scenario dove gli outsider potranno accontentarsi dei “fegatelli”, in gergo cinematografico preziose ma brevi inquadrature secondarie, di una filiera che vede Luxottica configurarne il nuovo Dna. 
Ora, dopo il vetro di eccellenza, la “sfiderei” ad acquistare un’azienda di lenti a contatto specialistiche per vedere se da lì a cinque anni queste possano affiancare le lenti a pacchetto nelle rilevazioni di mercato. Magari riesce anche qui. 
Nicola Di Lernia  

 

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