Hawking, il genio che guardava le stelle con gli occhiali

Mercoledì scorso a Cambridge è scomparso a 76 anni l’astrofisico inglese: malato di Sla sin dai 21 anni, era da molto tempo costretto su una sedia a rotelle

Di Stephen Hawking di certo non colpivano gli occhiali da vista, minimal in metallo, che però lo hanno accompagnato per tutta la vita, ma soprattutto le celebri battute pungenti, il non commiserarsi mai nonostante la malattia, il coraggio e la perseveranza.
Aveva rischiato di morire già due volte, nel 1985 e nel 2009, per due gravi forme di polmonite. Nella sua lunga attività di scienziato curioso e senza pregiudizi riuscì a stupirsi e a stupire, lasciando il segno con le sue scoperte sul cosmo. A Hawking si deve, infatti, la teoria cosmologica sull’inizio senza confini dell’universo, la “Hartle-Hawking”, e la termodinamica dei buchi neri, la cosiddetta “radiazione di Hawking”. La sua sete di conoscenza non si è mai fermata: negli anni rivide più volte le sue scoperte senza mai smettere di indagare i “confini” del cosmo, portando oltre le conoscenze dell’uomo.
(red.)

 

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