Gli italiani, la presbiopia e le progressive

Ci sono ancora molti interrogativi sul perché usiamo poco e troppo tardi occhiali con questa tipologia di lenti. Una risposta vuole darla il Progressive Business Forum, organizzato dall’editore di questa testata, a Firenze il 19 e 20 giugno

L’ottica si divide in due a partire dai quarant’anni. Il nostro cristallino, dopo quattro decadi d’uso, inizia a dare segni di cedimento e ci avverte dell’arrivo della presbiopia e della maturità. Gli italiani, a meno che il disagio non sia consistente, generalmente tirano dritto. Non vanno dall’oculista, tendono ad automedicarsi con premontati scelti su dispenser polverosi e vecchi. Se vanno da un ottico sono pieni di pregiudizi e testimonianze negative. Da questo approccio derivano le prime dotazioni di occhiali progressivi a 52 anni con addizione 2 e circa cinque milioni di premontati venduti in un anno.

Accontentarsi dei numeri in uno scenario così infernale parrebbe assurdo. Qualche miglioramento dal 2019 c’è stato, ma siamo lontani dal purgatorio (il mercato spagnolo), assenti dal paradiso (quello tedesco e francese). Certo, non giova l’annosa diatriba tra oftalmologo e ottico optometrista o la frammentazione del retail italiano, eppure ci meritiamo altro. Anzi, l’italiano quarantenne si merita altro.

Al Forum 2022 è in programma un palinsesto di relazioni unico nel suo genere per il mondo della presbiopia in Italia. Chi verrà potrà godere della presentazione di tre ricerche di mercato realizzate in questi giorni su temi diversi e convergenti. Quella del cliente misterioso: cento neopresbiti con il premontato in mano che si presenteranno in altrettanti centri ottici a chiedere consiglio. L’iter di acquisto di un occhiale con lenti progressive analizzato prima, durante e dopo. Una comparazione tra il mercato, il retail e il cliente presbite in Italia e Spagna, la quale vanta una penetrazione di almeno quattro punti percentuali in più rispetto al nostro paese.

Cosa ci serve allora per mettere le ali, raggiungere e superare la penisola iberica e vedere la sella di Francia e Germania? Tante cose, a partire dal dialogo con l’area medica: ma un grande psicoterapeuta ci insegnerà ad andare “oltre noi stessi”, usando il talento inespresso per arrivare a vette inaspettate. Tante cose, proseguendo con la preparazione dell’ottico: ma essenziale oggi è saper raccontare il prodotto attraverso l’esperienza e questa sarà la peculiarità dello storytelling con un esperto del campo. Se la formazione resta ancora un limite alla corretta crescita della progressiva, andranno in scena due lezioni magistrali con altrettanti giganti dell’insegnamento nell’ottica, che in un intervento breve ma denso di contenuti avranno modo anche di interrogare la platea sul suo livello di aggiornamento professionale.

Mercato, psicologia e storytelling, formazione tecnica: tre ingredienti per scommettere tutti insieme, il 19 giugno, sul migliore scenario che potremmo concederci fra tre anni.

Nicola Di Lernia

Formazione