Erano tutti in tenuta da lavoro, con le tute anni Sessanta, i caschi originali con le multilampade e i caratteristici occhiali i protagonisti della pellicola italiana che alla Mostra del Cinema 2021 ha riscosso un grande consenso
Prima gli applausi infiniti alla proiezione in sala, poi la presentazione speciale che ha conquistato tutti. Il buco, il film di Michelangelo Frammartino, è diventato un vero e proprio evento alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia, che si è chiusa sabato scorso, tanto da conquistare il Premio speciale della giuria. Quando poi sul red carpet è arrivata tutta la delegazione di speleologi veterani ottantenni e giovanissimi, accompagnati dal regista c’è stata la standing ovation. Erano tutti in tenuta da lavoro, con le tute rigorosamente anni Sessanta (beige, blu, rosso e arancione), portando i caschi originali con le multilampade, senza dimenticare i caratteristici occhiali speleo: uno stile basico, sobrio, essenziale che diventerà fonte di ispirazione in un momento in cui c’è un grande bisogno di protezione e di sicurezza. Ha commentato in modo molto sincero il regista: «Fingo di essere a mio agio qui a Venezia, in realtà non lo sono. Come anche gli speleologi, qualcuno non voleva proprio venire, siamo persone schive, stiamo bene lontano dai riflettori. Mi sento fuori da tutto questo e, anche a sorpresa, mi sono ritrovato in concorso. Il mio progetto era quello di far vedere l’incredibile impresa del gruppo di giovani speleologi che nel 1961 esplorarono per primi l’Abisso del Bifurto dell’altopiano del Pollino, tra le grotte più profonde del mondo. Con questo film siamo scesi letteralmente dai pascoli in superficie, con i pastori e le pecore, fino a 687 metri di profondità». E continua: «Quando tutti, ieri come oggi, tendono ad andare su, sempre più su… emigrando al Nord, costruendo grattacieli sempre più alti ed esplorando lo spazio, noi siamo andati in senso contrario, siamo andati giù, al Sud, in Calabria, a scoprire la Grotta nel buio, lontano dalle ansie e dalle pressioni. Oggi siamo qui, ma tra 48 ore saremo di nuovo lì sotto».
Il buco uscirà nelle sale nel 2022, ma per chi ha voglia di avere un’anteprima fotografica di questo film visionario, il 16 ottobre verrà inaugurata a Biella, la mostra Ciak si gira, a cura dei fotografi della Neos, associazione di giornalisti di viaggi, dove saranno presenti sia le foto della pellicola sia le immagini del backstage del lungo e complesso lavoro degli speleologi nella Grotta (nella foto, tratta da calabriafilmcommission.it, una scena del film).
Rosaria D’Amico