Cosa succede a nord est dell’ottica?

Nella terra dove sono nati l’occhiale e le lenti, dove ancora è presente il più importante distretto mondiale del settore, a livello di eventi scientifici o di mercato solitamente accade ben poco

Si sa, in Italia le autostrade e l’alta velocità vanno dall’alto in basso e viceversa, almeno fino a Salerno. Appena inizi a spostarti da sinistra a destra e viceversa, iniziano le pene e i rallentamenti. Noi a nord est su questa storia ci abbiamo fatto prima una malattia – la tangenziale di Mestre separava Treviso da Padova come il mare Lampedusa dalla Sicilia – poi il callo e oggi un vanto. Se tutto corre più lento che da Bologna a Firenze, non ce ne dispiace più. Facciamo il pieno e spingiamo i nostri cavalli oltre gli ostacoli.
Anche per questo motivo la cooperativa Vision Adria, miscuglio delle Tre Venezie, ha deciso di realizzare ogni due anni un convegno scientifico aperto a tutti gli operatori dell’ottica e non solo ai propri soci. Per dare e darsi un segnale che la cooperazione è il punto di partenza di ogni nuova storia. Ma a nord est la rete è più importante delle tangenziali e Vision Adria ha stretto una forte alleanza strategica con la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus, eccellenza del territorio in grado di gestire mediamente cinquemila trapianti di cornea all’anno, perché si potesse fare qualcosa insieme: mescolare importanti esperienze mediche a quelle ottiche al fine di trovare un filo di Arianna che tutti, anche chi comanda o crede di farlo, hanno da tempo smarrito. Quando le idee sono valide e vere questo mercato ha ancora l’onestà di replicare. In due eventi, il primo del 2016 e quello di lunedì scorso, oltre 400 persone, 60 relatori e 30 aziende hanno calcato il parterre della spettacolare sala convegni intitolata a quel visionario di Giovanni Rama.
Nel convegno 2018, dal titolo “We take care of people”, tutti i relatori scientifici e d’impresa hanno cercato una volta tanto di rivolgere il binocolo delle slide verso l’utente finale come chiave di lettura di ciò che noi facciamo, tutti i giorni. Un gesto di modestia che, per chi ci è riuscito, sarebbe da ripetere costantemente per non perdere l’abitudine di pensare che il nostro quotidiano ha anche una missione: essere vicino a chi non solo vuole vederci meglio, ma purtroppo ci vede pochissimo se non nulla.
Cosa succede, allora, a nord est dell’ottica? Niente, oppure tutto.
Nicola Di Lernia

 

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