ALAIN MIKLITARIAN, DI NUOVO NELL’EYEWEAR CON DANSHARI

Il designer francese di origine armena è tornato al suo primo amore, dopo aver venduto il proprio marchio di occhiali a Luxottica, nel 2012: insieme al brand italiano di ispirazione giapponese di Giuseppe La Boria, lanciato poco prima della pandemia e che oggi conta 310 ottici partner, ha realizzato una linea composta da sette modelli ispirati alla sua terra

Si chiama Dansharian, nome che vuole evocare il connubio fra il minimalismo di Danshari e il genio di Alain Miklitarian: il brand è stato presentato a Milano il 17 marzo alla stampa. L’evento ha rappresentato il ritorno nel settore a distanza di dieci anni del grande designer, che con il lancio del marchio Alain Mikli nel 1978 rivoluzionò di fatto l’occhialeria internazionale, tracciando una strada, quella dei modelli di ricerca e d’avanguardia in antitesi rispetto all’offerta commerciale, percorsa poi da molti colleghi francesi, italiani, del resto d’Europa e oltreoceano. «Giuseppe La Boria (nella foto, a sinistra, insieme a Miklitarian) mi ha contattato per una collaborazione e in pochissimo tempo abbiamo ideato il nostro marchio - ha raccontato Miklitarian – Tornare a creare è stato molto complicato: avendo perso un po’ la mano, ho disegnato e ridisegnato sul foglio bianco e, piano piano, ho ritrovato me stesso. Questi occhiali sono il frutto della mia visione del mondo».

Un mondo che è racchiuso nell’Armenia, vera ispirazione dell’intera collezione, tanto che ogni montatura prende il nome da una città o luogo dello stato di origine del designer. «L’Armenia è una piccola nazione della quale è impossibile non ricordare le proprie origini e, quando mi sono ritirato dall’ottica, ho avuto il piacere di ritornarvi - ha aggiunto Miklitarian - È caratterizzata da un paesaggio duro, fatto di pietre e rocce, oltre a essere un crocevia di popoli che vi hanno fatto tappa nel passato: tutto ciò ha creato valori eccezionali e solo oggi mi rendo conto di quanto io vi sia legato».

Ad esempio, con il modello femminile Areni il designer vuole ispirarsi a un piccolo villaggio in cui viene prodotto vino, con Sevan si rifà all’omonimo lago, polmone turistico del paese, mentre a Gosh, villaggio che si trova a 1.200 metri di altitudine, è dedicata un’altra montatura; Goris è, invece, basica, mentre Arzni riprende il nome dalla medesima località termale. Infine Tachir, antica città reale, si distingue per l’uso del bianco e del nero e Garni rende omaggio all’Italia con un mix fra color tartaruga e blu.

«La collezione è composta da sette modelli, sei da vista e uno da sole, di produzione italiana, di cui 222 pezzi in edizione limitata per tre occhiali, in due versioni di colore, e quattro continuativi, proposti in tre tonalità: le prime consegne sono previste per settembre - ha commentato La Boria - In totale la linea prevede 18 pezzi esclusivamente in vendita presso ottici selezionati: non si tratta di prodotti per fashion victim, ma per veri intenditori». Non solo per la mano di Miklitarian, ma anche per l’uso sapiente dei colori, ispirati appunto alla natura, al clima e alla cultura armena, e dei materiali, titanio e beta titanio, e alle lavorazioni sulle aste che prevedono una doppia laminazione in acetato «che solo poche aziende riescono a realizzare - ha precisato l’imprenditore italiano – Tutti questi fattori motivano il prezzo non eccessivo ma importante: sopra i 400 euro per i continuativi, oltre i 500 euro per le limited edition».

I modelli presentano anche una innovazione tecnologica. «Si tratta del nuovo brevetto Flat Temple System – ha detto Alain, vantandosi di averlo ottenuto a costo zero, applicando una semplice accortezza tecnica - Da quando ho iniziato a fare occhiali li volevo con carattere, ma una volta piegate le aste, non entravano nell’astuccio: con questo nuovo sistema tale inconveniente è superato». Ad accompagnare le creazioni è stato realizzato un packaging creato ad hoc.

Infine la campagna, con protagonista un uovo rosso, ha un significato ben preciso. «Tecnicamente l’uovo non dovrebbe rimanere in equilibrio, ma ci riesce: si tratta di un elemento perfetto che non ha bisogno di nulla per stare in piedi - conclude La Boria - La fotografa olandese che ha realizzato lo scatto ha creato un effetto bellissimo con uno sfondo fra nero e blu in cui emerge l’uovo rosso che, oltre a essere un simbolo pasquale, viene donato in Armenia tutto l’anno per augurare buona fortuna: per Dansharian utilizzeremo solo immagini di questo tipo, di purezza assoluta».

F.T.

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