Ailes: un evento internazionale e interdisciplinare

È il respiro che avrà, secondo i promotori, il Congresso sulle lenti a contatto sclerali in programma il 10 e 11 giugno a Roma, presso l’Hotel Aran Mantegna, grazie agli oltre 150 professionisti della vista e della visione sinora iscritti

Di questi, 45 giungeranno dall’estero, soprattutto da Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Grecia, Cipro e Russia. Saranno presentati anche più di venti poster. «Si tratta di un Congresso trasversale che unisce vari continenti e tutte le figure dell’eye care: un evento multidisciplinare cui parteciperanno ottici, optometristi del calibro di Luigi Lupelli e Giancarlo Montani, ad esempio, oftalmologi come Alessandra Balestrazzi, Luca Gualdi, Maurizio Rolando e Leopoldo Spadea e ortottisti - commenta a b2eyes TODAY Daddi Fadel (nella foto), presidente dell’Accademia Italiana Lenti Sclerali - I soci di AILeS hanno pensato a una quota agevolata per l’iscrizione al Congresso degli oculisti, così da incoraggiare la loro partecipazione con l’intento di divulgare la conoscenza e la cultura scientifica delle lenti sclerali».
Una sessione del programma sarà dedicata ai pionieri delle sclerali: Ken Pullum e Donald Ezekiel illustreranno la propria esperienza e il percorso che li ha condotti a contribuire allo sviluppo e diffusione di questo tipo di lente. Verrà inoltre conferito un riconoscimento a Rients Visser per il suo impegno professionale al riguardo e verrà ricordato Perry Rosenthal, scomparso recentemente. Saranno numerosi i temi scientifici affrontati nelle due giornate del simposio romano, alcuni dei quali sulla base di ricerche e studi molto recenti. «La tavola rotonda conclusiva metterà a confronto i massimi esperti internazionali, basandosi sulla letteratura e sulla loro esperienza clinica, per quanto riguarda il riscontro di edema corneale in caso di un eccessivo clearance, l’applicazione delle sclerali in casi con densità endoteliale ridotta, l’uso dei coloranti vitali nella pratica di questa tipologia di lenti e altre tematiche ancora», ricorda Fadel.
A.M.

 

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