L’ex direttore dell’Irsoo, scomparso pochi giorni fa, ha lasciato un ricordo indelebile in chi gli è stato vicino
«Sergio Villani appariva agli studenti come un uomo serioso, burbero, ma in realtà aveva una grande umanità e uno humour raffinato - racconta a b2eyes TODAY l’attuale direttore dell’Irsoo, Alessandro Fossetti (nella foto, a sinistra, insieme a Villani) - Aveva anche una cultura straordinaria, che non si limitava al campo dell’ottica e dell’optometria, e una capacità non comune di trasmettere i propri pensieri e di insegnare, tanto che i suoi allievi erano sempre entusiasti». È stato proprio Fossetti a dare vita, agli inizi del decennio scorso, a “Rivediamoci a… Vinci”, un’iniziativa per coinvolgere gli ex alunni e docenti e, in particolare, lo storico direttore dell’istituto. «Sergio era un combattente e aveva doti di condottiero, nel senso che sapeva comunicare la propria passione e gli ideali che perseguiva - aggiunge Fossetti - Era capace di far esaltare i suoi seguaci e di farli lottare per la ricerca dell’obiettivo finale, per il quale ha speso, si può dire, la sua intera vita lavorativa: il riconoscimento della professione optometrica in Italia».
Per Renzo Colombo, presidente di Federottica Padova e docente al corso di laurea in Ottica e Optometria all’ateneo locale, «ci sono stati diversi padri dell’optometria in Italia, ma dal mio punto di vista lui è stato qualcosa di più», afferma al nostro quotidiano. Colombo ha preso il diploma di ottica nel 1975 e la specializzazione in optometria nel 1977 a Vinci, sotto la direzione di Villani. «Il nostro è stato sempre un rapporto tra studente e professore, anche quando negli anni 80 veniva in Cadore, a Lozzo, dove io insegnavo nella scuola di optometria della Regione Veneto - dice il professionista padovano - Anche grazie all’esperienza maturata al fianco di Vasco Ronchi, Villani portava sempre un valore aggiunto, ti faceva pensare: gli esami che ho sostenuto con lui sono quelli che rammento di più e buona parte dei suoi insegnamenti li ho portati nella mia attuale attività di docenza. Ma da lui c’era da imparare anche come persona: aveva sempre una parola per tutti, scherzava ma erano battute costruttive e, quando lo rividi una decina di anni fa a Vinci, mi ha fatto davvero piacere che si ricordasse ancora di me».
Discepolo di Vasco Ronchi e suo successore, persona di specchiata cultura, è stato fra i padri nobili dell’optometria italiana. Così lo descrive Andrea Afragoli, presidente nazionale di Federottica ed ex alunno dell’istituto toscano, sul sito dell’associazione. «Il prof. Villani era un uomo dalla grande, straordinaria cultura e dall’innata capacità di spiegare, insegnare, far comprendere - dice ancora Afragoli su federottica.org - Un uomo a suo modo ruvido, che occorreva saper prendere, ma che poi dava con trasporto».
A.M.