Decreto Sostegni: non conta più il codice Ateco, ma fatturato e perdite

Nuova boccata d’ossigeno, seppur parziale, per i danni subìti dalle attività lo scorso anno: le domande potranno essere presentate da oggi e sino al 28 maggio da imprese e professionisti con ricavi non superiori ai 10 milioni di euro annui e che abbiano registrato un calo medio mensile di almeno il 30%

Sono circa tre milioni le partite Iva fra imprese e professionisti che possono richiedere gli indennizzi previsti dal decreto Sostegni. I moduli vanno inviati attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate o l’apposita piattaforma messa a punto da Sogei. Lo si può fare direttamente o tramite un intermediario. Dopo le necessarie verifiche il via libera ai pagamenti potrà avvenire nel giro di poche settimane. Il beneficiario ha l’opportunità di scegliere fra un credito d’imposta o un bonifico direttamente sul proprio conto corrente.

Il decreto Sostegni stanzia 11 miliardi di euro e amplia la platea dei destinatari cancellando i codici Ateco. «Il contributo a fondo perduto spetta a condizione che l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 sia inferiore almeno del 30 per cento rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2019», recita il decreto.

Sono previste cinque fasce di indennizzo in base alla dimensione dell’attività: il sostegno è, infatti, determinato «in misura pari all’importo ottenuto applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 e l'ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2019», si legge ancora nel testo del provvedimento.

Il governo, guidato da Mario Draghi (nella foto), sta ora lavorando a un ulteriore indennizzo previsto per metà aprile per le perdite relative ai primi mesi di quest’anno.

(red.)

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