L’obiettivo principale dell’evento era presentare ufficialmente lo studio, anticipato in aprile al congresso dell’AdOO a Firenze, e farlo conoscere anche ai vertici di Regione Lombardia, presenti con alcuni assessori ed esponenti di rilievo all’incontro milanese. «Appena insediato il direttivo di Federottica Milano Acofis circa due anni fa – ha esordito il presidente Renzo Zannardi, illustrando la genesi dello studio commissionato al Crems e dell’incontro – oltre a decidere di aprire il dialogo con le altre categorie professionali della visione, oculisti e ortottisti, nella convinzione che solo con una più stretta collaborazione si possono migliorare i servizi che quotidianamente offriamo ai cittadini, ci siamo posti anche una serie di domande molto pratiche. In seguito a questa approfondita analisi, ci siamo chiesti perché, alla luce delle competenze e dell’innovazione tecnologica di cui disponiamo, non mettere a regime le prestazioni tecniche che già da decenni forniamo in forma privata nei centri ottici, che potrebbero così diventare un importante supporto del Servizio Sanitario Regionale».
In cerca di risposte più comprovate a tali interrogativi, l’associazione ha affidato la ricerca al Crems. «Un’idea che è stata da subito sostenuta e condivisa con entusiasmo da Federottica nazionale» ha commentato Zannardi. Tra i possibili vantaggi, emersi dallo studio condotto dallo staff di Davide Croce, direttore del Centro di ricerca sull'Economia e Management in Sanità e nel Sociale della Liuc, quello di rendere più accessibili ai cittadini prestazioni prettamente tecniche, come la misurazione della vista, grazie alla capillare distribuzione sul territorio dei centri ottici; ridurre i costi ma anche i tempi d’attesa per questo tipo di esame, liberando professionisti d’eccellenza quali sono gli oculisti da tali prestazioni di carattere tecnico per dedicarsi a quelle mediche, che potrebbero erogare più rapidamente consentendo diagnosi precoci e riducendo la cronicità di alcune patologie oculari, con beneficio dell’intero sistema sanitario; favorire la prevenzione in un contesto in cui sono cambiati gli stili di vita e anche le necessità visive. Con un obiettivo: salvaguardare sempre più efficacemente il benessere visivo del cittadino. «Il problema di chi deve misurare la vista però non implica che sia uno solo dei due soggetti a doverlo fare: allargo le possibilità di scelta e lascio la libertà di decidere per il paziente”, ha evidenziato al convegno milanese Croce, ricordando la previsione di crescita della domanda a fronte di una popolazione che invecchia, che utilizza sempre più device tecnologici o che ha problemi economici, a causa dei quali rinuncia alla cura o la rimanda. «Le prestazioni accreditabili, dal punto di vista della logica, sono innanzitutto la prima visita per la misurazione della vista, un aspetto sostanzialmente tecnico – ha affermato Croce – Poi, ad esempio, visite di controllo, esami visivi per la guida e anche la prima visita per individuazione, applicazione e certificazione delle lenti a contatto personalizzate» (nella foto, un momento del Convegno).
N.T.
Zannardi: presentato lo studio Crems alla Regione
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